
Soldi.
Sono l’arma che l’International Boxing Association sta usando per tenere compatto il gruppo.
Dal primo al 14 maggio, Tashken (Uzbekistan) ospiterà i Mondiali maschili.
In palio un montepremi di 5,2 milioni di dollari.
200.000 per l’oro.
100.000 per l’argento.
50.000 per ciascuna delle due medaglie di bronzo.
Una gestione che poggia esclusivamente su questi pilatri non ha una base solida. Il calcio di casa nostra potrebbe essere un esempio istruttivo. Ma se non guardi, non vedi. Avanti così. Sembra che una visione miope del problema stia bene quasi a tutti.
Beh, non proprio a tutti. Undici Federazioni Nazionali hanno boicottato i Mondiali femminili, adesso boicotteranno anche quelli maschili.
Stati Uniti
Canada
Gran Bretagna
Polonia
Repubblica Ceca
Svezia
Irlanda
Olanda
Ucraina
Norvegia
Svizzera.
Assieme hanno vinto 78 ori olimpici. Non sono comparse, ma protagoniste nell’universo pugilistico dilettantistico e professionistico.
L’ultima a confermare il boicottaggio è stata la Gran Bretagna che, a chi ancora si stia chiedendo a cosa serva questa protesta, offre una spiegazione più che convincente.
“La scelta riflette le preoccupazioni in corso sul futuro della boxe nel programma olimpico e la recente decisione dell’IBA di consentire a squadre di pugili russi e bielorussi di competere sotto le loro bandiere nazionali e con il loro inno, il che contravviene alla posizione del CIO sulla partecipazione degli atleti provenienti da questi Paesi.
Questo atteggiamento ha allontanato ulteriormente l’IBA dal movimento olimpico. Una presa di posizione che va ad aggiungersi ai problemi significativi e di lunga data sull’integrità sportiva, la governance, la trasparenza e la gestione finanziaria che il CIO ha chiesto all’IBA di affrontare per proteggere il ruolo della boxe nel programma olimpico.
GB Boxing condanna l’invasione russa dell’Ucraina ed è solidale con il popolo, i pugili, gli allenatori e i dirigenti dell’Ucraina.
GB Boxing si impegna a fornire la migliore preparazione possibile ai nostri pugili in vista di Parigi 2024 e continuerà a lavorare con le Federazioni Nazionali e gli organizzatori di tornei per fornire opportunità di allenamento e competizione prima degli eventi di qualificazione olimpica che inizieranno a giugno 2023 con i Giochi Europei in Polonia”.
Questo ha detto la Gran Bretagna, questo hanno detto le altre dieci nazioni che boicotteranno i prossimi campionati. Si schierano al fianco del CIO, a cui aderiscono 205 Comitati Olimpici Nazionali. C’è dentro anche il CONI con le sue 47 Federazioni Sportive Nazionali, compresa la Federazione Pugilistica Italiana. È uno schema facile da seguire.
CIO
COMITATI OLIMPICI NAZIONALI
CONI
FPI
Se proprio non fosse chiaro, si potrebbe aggiungere che con l’Ucraina, non con Russia e Bielorussia, si è schierato anche il governo italiano.
Ma a voi non basta…