I media accusano l’IBA per l’accordo Gazprom e il tentato reintegro delle atlete bielorusse


Il sito insidethegames.biz è venuto in possesso di una lettera spedita dal segretario generale István Kovács a tutte le federazioni nazionali affiliate. Nella lettera il dirigente sosterrebbe che per l’International Boxing Association (IBA) “Al momento non è possibile annullare completamente” il controverso accordo di sponsorizzazione con il gigante energetico russo Gazprom, nonostante la conferma dell’accordo possa minacciare le possibilità del pugilato di salvare il posto nel programma olimpico.
Voi sarete consapevoli che, grazie alla sua partnership con Gazprom, l’IBA è stata in grado di supportare efficacemente le federazioni nazionali, le competizioni e gli atleti, saldando anche i debiti che avevano minacciato il nostro futuro e trasformando la nostra organizzazione“, avrebbe scritto Kovács.
Del problema avevo parlato qualche giorno fa.
La stampa europea sta facendo pressione sulle istituzioni politiche e sportive affinché taglino i rapporti con la Gazprom, la compagnia mondiale con sede a Mosca. L’azienda che gestisce produzione, stoccaggio, lavorazione e vendita del gas nel mondo. La società è russa al 50%, di proprietà del governo di Vladimir Putin, al 17% della Banca New York Mellon, al 33% di altre organizzazioni con quote minori.
L’IBA è legata a doppio filo alla Gazprom con cui ha firmato a fine marzo 2021 un accordo di sponsorizzazione per due anni (al tempo l’acronimo era ancora AIBA, anche se la ragione sociale era già International Boxing Association), con chiusura fine dicembre 2022.
Un accordo segreto per quel che riguarda la cifra pagata dal colosso internazionale (secondo l’Indipendent si tratterebbe di cinquanta milioni di dollari). L’entità economica del contratto è sconosciuta anche al Comitato Olimpico Internazionale a cui l’IBA ha negato la possibilità di esaminare i documenti che la legano alla Gazprom, anche nel caso in cui il CIO accettasse di firmare un accordo di non divulgazione.
La commissione che sta studiando la questione ha tratto le sue conclusioni. La maggioranza, anzi la quasi totalità delle risorse economiche dell’IBA, vengono dai soldi ricevuti dalla Gazprom.
“La dipendenza della Federazione Internazionale da una società statale può aumentare preoccupazioni circa la potenziale situazione di conflitto di interessi e di autonomia”.
E questo accadeva prima dell’invasione russa in Ucraina.
Se l’accordo con la Gazprom si interrompesse, l’IBA si troverebbe nuovamente in gravi problemi finanziari. Tra meno di un anno (a fine 2022/inizio 2023) il CIO si pronuncerà sull’eventuale reintegro della Federazione Mondiale e sulla presenza o meno del pugilato nel programma olimpico da Los Angeles 2028 in poi.
Nelle ultime ore è stata pubblicata un’altra importante notizia.
L’Indipendent ha scritto di avere ricevuto alcune informazioni da parte di fonti affidabili. L’IBA avrebbe chiesto ai suoi membri del consiglio di ribaltare la precedente decisione e revocare il divieto di partecipazione delle rappresentanti bielorusse ai Mondiali di Istanbul a maggio.
Dopo una discussione di cinque ore, scrive il giornale, il Board avrebbe confermato a stretta maggioranza la sospensione di Russia e Bielorussia dalle competizioni internazionali.
Lo stesso giornale avrebbe rivelato che sono sei i Paesi che più di altri si stanno battendo affinchè il presidente Kremlev riveli i dettagli dell’accordo tra l’IBA e la Gazprom. Sono Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Australia, Nuova Zelanda e Canada.
Al momento la boxe non figura nel programma olimpico di Los Angeles 2028.

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