Tyson vs Paul match vero? Ecco numeri e fatti che dicono il contrario

Mike Tyson (avrà 58 anni la sera del 20 luglio), Jake Paul (27 anni)

Hanno appena messo in vendita una fiction grottesca e l’hanno presentata come una sorta di momento della verità. Hanno raccontato che Mike Tyson vs Jake Paul del 20 luglio sarà un match vero e, hanno aggiunto, il risultato finirà nel libro dei record.
Avete mai visto due professionisti, due pesi massimi (è questa la categoria in cui si misureranno), disputare un match di 8 riprese da due minuti? E li avete mai visti farlo con guantoni da 14 once?
Match vero?
Il clan di Tyson avrebbe chiesto due minuti anziché i canonici tre per round perché temono che Iron Mike si affatichi troppo. Quelli di Paul (che ha finora boxato da massimo leggero) avrebbero fatto la controproposta chiedendo i guantoni da 14 once, tanto per dare una limatina alla potenziale potenza che l’ex campione dei massimi potrebbe ancora avere.
Match vero?
Diciamo che la campagna di promozione dell’evento è ben strutturata, gli sceneggiatori della fiction stanno lavorando da grandi professionisti.
C’è gente in giro che giurerebbe sulla sincerità dell’annuncio.
È come proporre una partita di calcio tra vecchie glorie vicino ai sessant’anni contro una squadra di Under 30 tutto sommato sprovveduti. Due tempi da 30 minuti, si gioca con un pallone di plastica.
È quello che vogliono fare.
Match vero?
Ci sono anche i bookmaker in azione.
Paul favorito a 8/13, Tyson underdog a 6/5.
Di vero ci sono i soldi che girano attorno all’evento. Jake Paul e la sua compagnia hanno parlato di un giro di affari da 300 milioni di dollari. Il 10% della somma (30 milioni) finirebbe nelle sue tasche, Tyson incasserebbe una borsa di 20 milioni di dollari.
Ma per arrivare a quella cifra è indispensabile pompare, pompare l’evento. L’incasso (80.000 biglietti in vendita per vedere lo spettacolo allo stadio di Arlington, in Texas, quello dove giocano i Dallas Cowboys) sarà parte integrante del business. I biglietti andranno da 169 a 11.147 dollari. E poi gli sponsor. Infine la vendita dei diritti televisivi in streaming a Netflix. Insomma segui i soldi e capirai il vero cuore dello show.
Sul ring un signore di 58 anni che negli ultimi quattro match della carriera (chiusa con una sconfitta per ko contro Kevin McBride, l’11 giugno 2005) ha perso tre volte prima del limite. Un ex pugile che non è più campione del mondo dal 9 novembre 1996. Uno spacciatore di ricordi. 
L’altro è un influencer (20,5 milioni di follower su YouTube, 26 su Instagram) che in carriera ha incontrato ex lottatori, giocatori di pallacanestro, alcuni suoi colleghi, anziani campioni di arti marziali. È salito una sola volta sul ring per affrontare un pugile. Tommy Fury lo ha sconfitto per split decision.

La prima volta che è stato annunciato l’evento, ho scritto…
La realtà esiste nella mente umana e non altrove“, diceva George Orwell. 
Ognuno inventa la sua, quella che gli piacerebbe vivere. Non si cura di ciò che gli occhi vedono, le orecchie sentono. È convinto che il mondo reale sia come lui lo percepisce nella sua testa, perché è l’unico in cui è disposto a stare.
 I fatti sono elementi scomodi che vanno a intralciare questa fantasia.
 Non sono difficili da capire, sono però impossibili da accettare.
Questa è, semplicemente, l’ennesima spinta per fare restare nel ghetto chi ama uno sport sempre più povero di contenuti. Perché la manifestazione confermerà la scarsa capacità di analisi del popolo della boxe, in lenta migrazione verso la favola, attratto dal racconto di quello che non è. Personaggi improbabili, scenari presentati solo dopo una seduta di trucco pesante, narrazione subdola inducono la cerchia sempre più ristretta di amanti della boxe ad aprire la porta, a entrare in un mondo che non esiste.
Mike Tyson non è più un campione da quasi trent’anni, Jake Paul non lo è mai stato.
Mike Tyson non è più un campione da quasi trent’anni, Jake Paul non lo è mai stato.
Match vero?
Il re, ancora una volta, è nudo e nessuno ha il coraggio di urlarlo.
Nulla è più facile che illudersi, perché ciò che ogni uomo desidera, crede anche che sia vero. (Demostene)



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