Mondiali. Diventa un caso il cambio di programma all’ultimo momento

È accaduto tutto molto velocemente.
Ieri sera, subito dopo le semifinali. 
È stato quello il momento in cui l’IBA, presieduta dal russo Umar Kremlev, ha comunicato a pugili, maestri e dirigenti che il programma dei due giorni di finali sarebbe stato stravolto.
Esigenze televisive
Una giustificazione che non teneva in alcun conto lo sport che stavano gestendo.
Il calendario pubblicato prima che i Mondiali cominciassero, tanto per restare alle cose di casa nostra, annunciava la finale dei 92 kg (i pesi massimi) per il giorno 13. Lo stesso era riportato nel programma quotidiano, anticipato dal sito ufficiale dell’International Boxing Association.
Tutto secondo la norma. 


La categoria dei supermassimi (+92 kg) è stata sempre protagonista dell’ultima giornata di combattimenti ai Giochi, da Los Angeles 1984 (quando è stata istituita) a Tokyo 2020. Quindi la collocazione al 14 maggio, ultimo appuntamento con la competizione, era quella più naturale.
Poi, a sorpresa, il cambiamento.
Il pugilato è uno sport di tensione, concentrazione, sacrificio.
Nessuno di questi elementi è stato tenuto in considerazione al momento di scambiare, quasi totalmente, il programma del 13 con quello del 14 maggio.
Ma soprattutto non è stato tenuto in considerazione uno dei principali assilli dei pugili, il peso. Sapere solo la sera prima che non avrebbero avuto altre 36 ore per rientrare nel limite della categoria, ma 12, non deve essere stato bello.
Eppure l’Associazione ha detto più volte di essere il massimo rappresentante della tutela dei pugili…
Non basta aumentare i premi in denaro per le medaglie, grazie soprattutto ai contributi di sponsorizzazione della russa Gazprom, per interpretare il ruolo del buon tutore.
Non ritengo, comunque, sia giusto pensare abbiano ragione quelli che indicano proprio nella finale dei massimi una delle spinte al cambio. Fino a farlo diventare uno caso.
Gamzatovic Gadzhimagomedov, il russo che affronterà Aziz Abbes Mouhiidine, ha concluso la semifinale contro l’uzbeko Lazibek Mullajonov visibilmente stanco, dicono quelli che non credono alla versione della televisione.
Ha affrontato un match duro, tosto, un incontro vinto di stretta misura. Ha subito un atterramento nel round finale, quando mancavano trenta secondi al suono della campanella. Era distrutto, aveva bisogno di tempo per recuperare. Una vittoria meritata, ma compunque dispendiosa. Avrebbe potuto pagarne le conseguenze se avesse combattuto subito, il giorno dopo. E con questo chiudevano il fascicolo delle prove a carico.
Poi, però, arrivava la stoccata finale: aveva bisogno di tempo, lo hanno accontentato, aggiungevano senza pietà. 
Non credo a questa teoria. Non c’è una sola prova reale a sostegno, non c’è un fatto concreto che avalli la tesi.
Credo però, perché qui i fatti ci sono, che sia stato compiuto qualcosa di assurdo (come ignorare l’enorme problema del peso).
Una sola volta nell’intera storia dei Mondiali, a Belgrado 2021, i supermassimi hanno preceduto i massimi nel calendario delli finali. 
E quella di Tashkent è la ventiduesima edizione dei campionati…

Un pensiero su “Mondiali. Diventa un caso il cambio di programma all’ultimo momento

  1. Caro Dario, il rasoio di Occam mi induce a pensar che la spiegazione più “semplice” è che abbiano voluto aiutare il russo.

    E questo non è bello per la nobile arte.

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