
Walter Chiari (nella foto, al centro, con Sandro Mazzinghi) era nato a Verona l’8 marzo del 1924, il prossimo anno sarà celebrato il centenario della sua nascita. È stato un grande dello spettacolo. Uomo di sport, pugile davvero. Campione lombardo tra i pesi piuma da giovane. Attore, cantante, scrittore. Protagonista di tanti film di successo, di show televisivi dai grandi ascolti, vincitore di premi importanti.Walter Chiari se ne è andato via per sempre il 20 dicembre 1991.
Così lo ricorda il maestro Meo Gordini.
Non solo gli arbitri, sono molte le cose e i personaggi che sono cambiati nel mondo della boxe. Prendi quelli di bordo ring, ad esempio. Credo sia impossibile trovare ai nostri giorni uno come quel signore che di professione faceva l’attore, godeva di una popolarità internazionale, aveva recitato con i migliori registi, capiva di boxe.
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E, soprattutto, c’era Walter Chiari. Attore fantastico sì, ma anche ex pugile. Ne capiva, e tanto. Era stato campione regionale dilettanti nei pesi piuma.
E adesso, quando poteva, non si perdeva una lezione.
A forza di parlare con noi non si era accorto che non c’erano più taxi in giro. Figuratevi se mi sarei lasciato sfuggire l’occasione di accompagnarlo a casa.
Mi aveva raccontato di quella volta a Roma, quando era seduto a bordo ring per il match tra Raimondo Ray Nobile e Dave Charnley per l’europeo dei leggeri, detenuto dall’inglese.
Si combatteva allo Stadio Flaminio, tutto esaurito, 25.000 spettatori. Per quattro round il siculo bolognese aveva subìto colpi ma il suo manager non aveva mai pensato di lanciare la spugna. Mancavano pochi secondi alla fine del quarto round, quando Charnley aveva ancora una volta messo pesantemente in difficoltà l’italiano.
A quel punto era volato l’asciugamani e l’inglese aveva vinto per kot.
Solo dopo qualche secondo l’arbitro si era accorto che l’oggetto arrivato sul tappeto non era un’asciugamani ma la giacca di Walter Chiari, che con quel gesto aveva manifestato tutta la sua indignazione per la mancata interruzione da parte dell’angolo di Nobile.
Il match era ripreso, ma il nostro pugile non si era presentato a centro ring al gong del quinto round.
Avevamo continuato a chiacchierare e solo quando stavano arrivando le prime luci dell’alba lui era sceso dalla macchina ed era andato a dormire.
L’avevo incontrato di nuovo poco tempo dopo all’aeroporto di Linate.
«Oh maestro, come va? Ma non fanno più nulla di boxe?».
Avevo risposto velocemente, ma ci eravamo subito dovuti salutare, non volevamo rischiare di arrivare tardi al nostro volo.
Oramai, ci conoscevamo troppo bene…
(da I GORDINI di Flavio Dell’Amore e Dario Torromeo, Edizioni Absolutely Free).