Grido di allarme! Il prof. Sturla illustra i pericoli del taglio del peso

Il taglio del peso. Sul tema, ho intervistato il professore Mario Ireneo Sturla. Specialista in Medicina Interna, Medicina del Lavoro, Medicina dello Sport. Collabora con le più prestigiose Università ed Enti Internazionali. È presidente AMSD Pavia FMSI, Coordinatore Sanitario Nazionale FPI, presidente Commissione Nazionale Studi e Ricerche FPI, presidente Commissione Medica Europea EBU, D-Chairman Commissione Medica Mondiale WBC.

I pugili che praticano il taglio del peso corrono dei pericoli?
“Questa pratica comporta variazioni importanti non solo a carico della massa muscolare ed adiposa, ma soprattutto a livello dei liquidi presenti nell’organismo. Ciò implica una perdita considerevole di sodio, potassio, magnesio e ferro. L’eliminazione di liquidi ed elettroliti (1) stressa gli organi emuntori (fegato e rene) determinando un calo della performance muscolare quantificabile secondo parametri di energia, potenza, resistenza e reattività. I tentativi di reidratazione dell’atleta nel tempo che intercorre tra la misurazione del peso e il match possono garantire un ripristino della quantità di liquidi persi, ma non sono sufficienti a ristabilire un equilibrio qualitativo dei liquidi corporei. Un’alterazione della performance, secondo quanto espresso poco fa, predispone quindi ad una serie di rischi non trascurabili”.
Come si sviluppa questa pratica di riduzione del peso?
“Il primo aspetto su cui si interviene è la restrizione calorica (con particolare riferimento ai carboidrati) associata ad una variazione per difetto dell’idratazione. A questo spesso si associa l’utilizzo di altre pratiche incongrue. Secondo uno studio compiuto da Morton e pubblicato sul British Journal of Sports Medicine infatti, il 17% degli atleti utilizza metodi per aumentare la sudorazione, come l’utilizzo di tute o saune e il 31% ricorre addirittura all’utilizzo di diuretici, farmaci molto pericolosi. Altrettanto dannosi sono i metodi di reidratazione fai da te, o ancor peggio l’utilizzo di infusioni endovenose che tra l’altro, insieme ai diuretici, sono considerate pratiche dopanti dal Comitato Olimpico Internazionale e quindi anche dal CONI”.
Altri sistemi?
“Il più diffuso è il cosiddetto water loading. Gli atleti seguono una strategia che prevede, prima del peso, una settimana in cui assumono grandi quantità di liquidi (7/10 litri al giorno). Si passa a un secondo momento con una drastica restrizione dell’introito idrico talvolta addirittura associata ad un’induzione della disidratazione mediante aumento della sudorazione”.
Quali sono i danni?
“La disidratazione indotta produce danni gravi. La perdita di sudore è associata a una riduzione del plasma sanguigno e quindi al volume totale di sangue. Il che compromette la funzionalità cardiovascolare e il flusso sanguigno muscolare, con riduzione dell’attività prestativa e della capacità di termoregolazione (cfr. Medicina dello sport, Sturla, Ricciardi, Vescovi; Manuale di medicina dello sport applicata al pugilato, Rondoni. ndr)”.
Ne risentono anche altri organismi?
“Certo. Vengono messi a rischio fegato, reni e cuore, non solo per gli effetti della disidratazione, ma anche quando, come nella prima fase del water loading, si espone l’organismo ad una iperidratazione (2) forzata. Se la quota media di liquidi ingeriti da una persona è attorno ai due litri, includendo acqua, tè, camomilla e succhi, e si arriva a introdurre cinque volte questa quantità, è chiaro che si obbligano gli organi, compresi intestino e vescica, a un lavoro esagerato che alla fine si paga. E non dimentichiamo che, tra i muscoli, c’è anche il cuore. Credo che la possibilità di provocare danni a uno solo di questi organi dovrebbe indurre chi pratica il taglio del peso a smettere di farlo”.
È pericoloso anche a livello encefalico?
“Ovviamente anche, e soprattutto, il cervello risente della perdita di liquidi. Ciò favorisce devastanti effetti collaterali legati a iperazotemia (3), iperammoniemia (4) con predisposizione ad ematomi cerebrali, emorragie cerebrali, edemi con rischi per la vita”.

(1) Gli elettroliti che si trovano in circolo nel sangue sono minerali dotati di carica elettrica (positiva o negativa) che contribuiscono alla regolazione della quantità di liquidi e, più in generale, all’equilibrio acido/base dell’organismo.
(2) Un’eccessiva quantità di acqua nel corpo viene definita iperidratazione. Questo accade quando il corpo assorbe più acqua di quanta non ne elimini. L’iperidratazione compromette l’equilibrio degli elettroliti nell’organismo e può causare sintomi come stato confusionale o convulsioni.
(3) Il termine iperazotemia indica un aumento della concentrazione di azoto non proteico nel sangue.
(4) L’iperammoniemia è un disturbo metabolico caratterizzato da un eccesso di ammoniaca nel sangue. È una condizione pericolosa che può portare a lesioni cerebrali e alla morte.



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