Boxe ai Giochi. Tre indizi dicono che sparirà a partire da Los Angeles ’28

La speranza che il pugilato continui ad essere nel programma olimpico da Los Angeles 2028 in poi, è sempre più fragile. I fatti sono noti.
Nel marzo 2019 il Comitato Olimpico Internazionale sospende a tempo indeterminato l’AIBA, la federazione che gestiva il dilettantismo.
Nel dicembre 2021, sempre il CIO, annuncia gli sport che faranno parte dei Giochi californiani. La boxe non c’è. Ultima data prima della cancellazione definitiva: primavera 2023.
Arriviamo a oggi.
Cresce una voce all’interno del movimento.
Parigi 2024 sarebbe l’ultimo teatro per lo sport pugilistico all’interno delle Olimpiadi.
Tre le motivazioni che spingono sempre di più verso questa decisione.
Due riguardano il mancato rispetto dei cambiamenti chiesti dal CIO all’IBA (ex AIBA).
Arbitri e giudici.
Sembra sia definitivamente approvata la scelta del triplo cartellino per round. Uno ogni minuto! In uno sport di situazioni che dipende da un giudizio essenzialmente soggettivo mi sembra, usando un eufemismo, una scelta bizzarra.
Non c’è chiarezza né sul passato, né sul presente, né sul futuro.
I 36 arbitri e giudici fermati ai Giochi brasiliani aspettano ancora un pronunciamento ufficiale sulla loro situazione. Ricevono richieste di disponibilità sugli eventi in cartellone, compresi i prossimi Mondiali femminili di Istanbul, regolarmente non seguite da alcuna convocazione. A completare il quadro, la disparità di disposizioni (a seconda del direttore del torneo) nella gestione dei cartellini o del match che vengono impartite a giudici/arbitri che operano a livello internazionale.
Governance.
Presto, il 13 e 14 maggio a Istanbul, ci sarà il Congresso. Il CIO ha chiesto un rinnovamento totale. Non credo siano in molti a Losanna a credere che questo possa realizzarsi.
Diritti televisivi.
È l’aspetto, se possibile, ancora più grave. Da solo può costituire una montagna insormontabile.
I ricavi del CIO per ogni edizione dei Giochi Olimpici vengono al 75% dalla cessione dei diritti televisivi. Il network che li ha comprati da quest’anno fino al 2032, tre Olimpiadi estive e tre invernali, è l’americana NBC. Parliamo di 7,75 miliardi di dollari.
L’emittente ha visto calare l’interesse dei telespettatori verso questo sport. Per quel che riguarda il dilettantismo maschile, la mancanza di fenomeni statunitensi pesa fortemente sull’audience. L’ultimo oro è di Andre Ward, mediomassimo, ad Atene 2004. Nelle successive quattro edizioni dei Giochi: tre bronzi tra Pechino e Rio, con lo zero assoluto di medaglie a Londra; tre argenti a Tokyo.
La boxe non è tra i 100 programmi sportivi più visti nel 2021, lì dove il Football Americano piazza 75 eventi. Gli eroi del pugilato americano dilettantistico appartengono al passato, ricordi di quando il pugilato andava sui network in chiaro e in diretta, di quando le sfide USA vs Cuba facevano audience più che rispettabili. Erano gli anni Settanta, quelli degli ori dei fratelli Michael e Leon Spinks, di Sugar Ray Leonard. La NBA era uno sport in crescita, ma niente dirette TV per le finali della pallacanestro, solo nastri registrati e mandati in differita dalle televisioni nazionali. Poi sono arrivati Larry Bird e Magic Johnson nel 1979, Michael Jordan nel 1984 e tutto è cambiato.
Il pugilato amatoriale con il passare del tempo ha attratto sempre di meno. Negli States adorano la potenza, la forza fisica. La boxe ai Giochi ignora il knock down, mettendolo alla stessa stregua di un diretto tirato con poca convinzione, l’assenza quasi totale del ko è la regola. L’imprevedibilità dei giudizi ha reso meno credibile lo spettacolo. Tutto questo ha contribuito ad abbassare l’indice di gradimento, ad attirare sempre meno ragazzi che col tempo hanno mutato i loro interessi.
Messe insieme tutte queste cose, e calcolato il costo di acquisto del prodotto, anche la NBC sembra stia per abbandonare la barca con l’intenzione di spingere per la cancellazione del pugilato dal programma olimpico. Si affiderà ai nuovi sport, quelli che oggi rispondono alle esigenze giovanili (una recente inchiesta ha stabilito che la concentrazione massima su un evento è di 15 minuti, troppi per un torneo di boxe), ecco il perché dell’ingresso di nuove discipline come skateboard, arrampicata e surf.
Se è vero che tre indizi fanno una prova, è lecito pensare che gli innamorati del pugilato vedranno sparire la loro passione. A cominciare dal 2028.

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