
Il teatro, da sempre, regala emozioni forti. Racconta la vita per immagini, parole e, soprattutto, sentimenti. A volte la rivisita, la interpreta secondo una particolare chiave di lettura. È il ruolo che gli compete. Non si può chiedere a questa forma d’arte di rappresentare il mondo attraverso una serie di fotografie tradizionali. Il teatro deve dare uno scossone all’anima, scatenare passioni, lasciare nel cuore di chi ha la fortuna di godersi lo spettacolo da spettatore un ricordo intenso, mai banale. Così è stato l’altra sera a Torino. Teatro, sì teatro. Una parola magica.
Il testo è stato rappresentato fuori dai luoghi tradizionali, e la palestra del CUS lo era di certo. Tubi sopra la testa, il muro in fondo alla sala usato come schermo, le voci fuori scena che sembravano venire fuori dal nulla, il ring sempre e comunque a ricordare a tutti che il palcoscenico della vita è quello, perché la boxe non è una metafora della nostra esistenza. Semmai la verità è il contrario di questo, perché è la vita ad essere una metafora della boxe (cit. Joyce Carol Oates).
Al centro, un attore capace di interpretare mille ruoli, di rappresentare con una commovente intensità la storia di un uomo che ha attraversato la società italiana da protagonista.
Ho assistito a un evento che mi ha restituito i sani sapori di una volta, una rappresentazione che parlava di sentimenti, di sofferenza, dolore e fatica. Alternando il sorriso a un’angoscia che taglia l’anima.
“L’uomo senza paura” è il titolo dello spettacolo di Mauro Parrinello e Francesca Montanino, è la storia di Sandro Mazzinghi e dell’Italia.

Mauro recita con passione nel ruolo di Sandro, dei suoi tifosi, del telecronista, dello spettatore, dei pugili e di ogni altro personaggio capace di comporre la tavolozza dei colori che rende vivo il monologo fino alle lacrime.
Si sono emozionati David e Simone, i figli di Sandro, in seconda fila tra gli spettatori.
E si è emozionata Marisa la moglie di Sandro, la mamma dei due ragazzi diventati uomini. Lei lo spettacolo lo ha visto in casa, a Cascine di Buti, in diretta streaming.
Nella rappresentazione c’è l’inizio dell’avventura, le bombe su Pontedera, la scoperta della boxe, i consigli del fratello Guido, la conquista del mondiale contro Dupas, la rivalità con Benvenuti, il nuovo titolo strappato in una memorabile sfida contro Ki-Soo Kim, la fame sofferta durante la guerra, la tragica morte della prima moglie, le sfide sul ring, la ricostruzione di una nuova famiglia che gli ha regalato un grande amore. C’è la scelta di un narratore un po’ particolare, che a volte strappa un sorriso, altre ti fa stringere il cuore.
Una vita in un’ora, un’opera liberamente tratta dal libro “Anche i pugili piangono”.

Mauro Parrinello ha attraversato, da attore di spessore quale lui è, quei sessanta minuti con la passione di chi ama profondamente il teatro, di chi prova affetto per Sandro, di chi da tempo ha scoperto quanto possa essere affascinante il pugilato con i suoi drammi e le sue gioie.
Lo spettacolo ha debuttato a Torino venerdì 12 novembre. Presto sarà in giro per l’Italia.
Bravi tutti. Per non correre il rischio di dimenticare qualcuno, vi rimando alla locandina (in alto).
Un applauso speciale a Celeste Gugliandolo, la cantante che ha chiuso l’evento interpretando con passione “Almeno in sogno”, la canzone che Sandro Mazzinghi ha portato al successo.
Alla prossima, restiamo in contatto.
