È il momento chiave della terza vita pugilistica di Sandro. I titoli continentali confermano quanto giusta sia la strategia di Adriano Sconcerti. Sono incontri che portano nuova popolarità e importanti guadagni. E offrono anche l’occasione per fare il salto verso un nuovo sogno mondiale.
Per arrivare alla sfida contro Jo Gonzales il Ciclone di Pontedera deve superare un percorso a ostacoli.
Venerdì, 17 giugno del ’66.
Mazzinghi conquista il titolo europeo battendo Yoland “Yves” Leveque a Roma.
Il campione è un francese di Mont St Quentin nella Picardia, uno che si è comportato con onore contro I migliori: Robinson, Visintin, Folledo. Incontrista di scuola francese, buon tecnico, discreto pugno, è giudicato come uno dei più bravi pugili della regione.
Entrato in palestra a 16 anni, divide la passione sportiva tra boxe e atletica leggera. In passato si è allenato con Alain Mimoum, oro nella maratona a Melbourne ‘56, e Michel Jazy, argento sui 1500 a Roma ‘60.
Fuori dalle sedici corde il suo idolo è George Brassens, mitico cantautore e poeta francese, autore di Les Copains d’abord, Le gorille, Les amoureux des bancs publics.”
Un buon pugile, ma contro Sandro resiste fino al dodicesimo dei quindici round previsti, poi abbandona. Il suo angolo lancia l’asciugamano in segno di resa.
Sandro Mazzinghi è il nuovo campione europeo dei pesi superwelter.
(da “Anche i pugili piangono” di Dario Torromeo, la drammatica ed esaltante vita di Sandro Mazzinghi)
