Guido Vianello (6-0, 6 ko, 25 anni, 1.98 di altezza) ha appena chiuso il primo anno da professionista.
Il peso massimo romano si è trasferito negli Stati Uniti, dove combatte per la Top Rank di Bob Arum.
Ha esordito l’8 dicembre 2018 al Madison Square Garden Theater di New York, dove ha sconfitto per ko dopo 29 secondi della prima ripresa Luke Lyons (5-1-1). Arbitro: Charlie Fitch. Al peso: Vianello 106,900; Lyons 108,500.
Secondo match. Il 10 febbraio 2019 alla Save Mart Arena di Fresno sconfigge kot dopo 1:54 della prima ripresa Andrew Satterfield (4-1-0). Arbitro: Rudy Barragan. Al peso: Vianello 107,100; Satterfield 109,300.
Terzo match. Il 12 aprile 2019 allo Staples Center di Los Angeles mette ko dopo 1:54 della prima ripresa Lawrence Gabriel (3-1-1). Arbitro: Thomas Taylor. Al peso: Vianello 110,900; Gabriel 94,300.
L’AVVERSARIO
Lawrence Gabriel ha 32 anni.
Ed è un eroe.
A casa sua, a Syracuse, nello Stato di New York, ha sfidato la morte per difendere altri uomini.
È l’1 febbraio del 2015. Tre giorni dovrebbe debuttare nel professionismo. Con un po’ di ritardo sta per realizzare il grande sogno. Per guadagnarsi da vivere lavora come buttafuori al McAvon’s Pub, nel distretto di Tipperary Hill.
Quel giorno però è lì per festeggiare il compleanno di Sean, un amico. Sta telefonando alla fidanzata, quando come in un un incubo vede l’uomo davanti a lui tirare fuori una pistola e puntarla proprio verso il festeggiato.
Agisce d’istinto, parte in contemporanea con lo sparo. Il primo proiettile lo manca. Cade a terra con il killer. Rotolano nell’angusto corridoio del pub. Da fuori un altro amico, Rich, apre la porta d’ingresso. Parte un altro colpo.
Lawrence e l’assassino continuano a picchiarsi fuori dal locale, rotolando nella neve.
Il delinquente spara ancora e stavolta lo centra al fianco sinistro.
Gabriel sembra non sentire il dolore. Continua a battersi, cerca di strappare la pistola dalle mani di quell’uomo che vuole portare a termine una vera e propria strage. Il McAvon’s Pub è pieno in quel tardo pomeriggio di una domenica di inverno.
L’uomo si rialza, tenta di rientrare nel bar. Lawrence gli è di nuovo addosso. Ingaggia un furioso corpo a corpo. Ha un gran fisico il 28enne di Syracuse: alto 1.98, pesa attorno ai cento chili. Ma l’altro ha l’indubbio vantaggio di avere una pistola tra le mani. E non ha nessuna remora a sparare ancora. Stavolta lo centra alla gamba. Poi gli piazza un’altra pallottola nell’addome.
Lawrence è a terra, con enorme fatica tira fuori dalla tasca il telefonino e digita il 911. Poi non sente più nulla, la vista gli si annebbia, sviene. Quando si risveglia è nelle mani dei paramedici arrivati a gran velocità con l’ambulanza. Lo portano in ospedale, una equipe di chirurghi lo opera. Gli mettono una lastra nel femore e una stecca d’acciaio nel braccio.
È salvo. Il dottore gli regala la buona notizia, gli amici gli fanno festa e lo ringraziano per il suo gesto. Ha impedito che quell’uomo li uccidesse. Loro sono riusciti a consegnarlo alla polizia.
Poi improvvisamente entra di nuovo il medico, cala il silenzio. Il dottore informa l’eroe che sarà quasi impossibile che possa tornare a combattere, deve abbandonare il suo sogno.
Ma Lawrence Gabriel è un tipo tosto, non si arrende.
Il 27 febbraio del 2016, a un anno da quel drammatico pomeriggio, sale sul ring dell’Holliday Inn di Syracuse e batte ai punti in quattro riprese Ruben Ortiz.
Finamente può mettersi alle spalle quella brutta storia.
Il mancato killer si chiama Morris, ha 23 anni. Viene condannato a dieci anni di prigione per tentato omicidio plurimo e il ferimento di sei persone. Soffre di violenti attacchi di collera, non riesce a gestire la rabbia.
Lawrence Gabriel abitualmente boxa da massimo leggero, ma allo Staple Center di Los Angeles è salito sul ring da peso massimo: 94,300 (il più alto della carriera).
Era il terzo rivale di Guido Vianello (2-0, 2 ko).
Quarto match. Il 15 giugno 2019 all’MGM Grand di Las Vegas batte per kot dopo 2:22 del secondo round Keenan Hickmon (6-3-1). Arbitro: Tony Weeks. Al peso: Vianello 117,800; Hickmon 121,700.
L’AVVERSARIO
Keenan Hickman è un pugile della Louisiana, secondo i dati di boxrec, è alto 1.78 e al peso dell’ultimo match ha segnato 122,200.
I suoi ultimi tre incontri.
7/2/2018 Oleksandr Teslenko (11-0) – kot 2
8/7/2017 Robert Murray (1-5-1) + MD 6
14/4/2017 Sergei Kuzmin (9-0) – kot 3
Ha 31 anni e ha esordito al professionismo a 27.
Il match sarà sulla distanza delle sei riprese.
Quinto match. Il 14 settembre 2019 alla T.Mobile Arena di Las Vegas batte per kot 3 dopo 3:00 della terza ripresa Cassius Anderson (7-1-0). Arbitro: Jay Nady. Al peso: Vianello 108,700; Anderson 110,700.
L’AVVERSARIO
Anderson, trentacinquenne di Toledo (Ohio) ha un record di 7-1-0 (3 ko). È passato tardi al professionismo, la scelta è avvenuta quando aveva già 32 anni.
L’unica sconfitta è datata 10 marzo 2018, una serata storta in cui è stato messo knock out al primo round da Terrel Jamal Woods (15-38-7, 11 ko).
Anderson ha disputato l’ultimo match il 18 maggio scorso, battendo Ronald Baca (9-3-4) per decisione unanime in sei riprese.
È soprannominato Thunder Cat.
Sesto match. Il 30 novembre 2019 al Cosmopolitan di Las Vegas supera per ko dopo 44 secondi del primo round Colby Madison (8-1-2). Arbitro: Jay Nady. Al peso: Vianello 107,400; Madison 108,300.
L’AVVERSARIO
Colby Madison (8-1-2, 5 ko) è un pugile di 36 anni alla terza stagione da professionista. L’unica sconfitta l’ha subita nell’ultimo match. Lo ha battuto a sorpresa Robert Simms (8-3-0) che sembrava dovesse essere una vittima designata. Madison (1.93 per 107 chili) è stato superato nettamente ai punti in otto round (80-72, 80-72, 79-73) il 22 giugno scorso a Filadelfia.
Lo statunitense, che vive a Owings Mills nel Maryland, ha avuto un’infanzia difficile. Ha vissuto fino a cinque anni con la mamma, senza mai conoscere il padre. In casa anche quattro fratelli e tre sorelle. A cinque anni ha perso la mamma e poco tempo dopo, a causa della violenza di strada, anche il fratellino.
Colby ha trascorso la gioventù attraversando un percorso costellato da mille problemi. Poi si è guadagnato, grazie al basket, una borsa di studio. Ma non è riuscito a stare fuori dai guai. Persa la borsa di studio ha dovuto lasciare la scuola.
Il pugilato lo ha tolto dalla strada. Discreto dilettante, ma con pochi match all’attivo (26-3-0 il suo record), è passato pro’ nel 2016.
Ha due soprannomi Braveheart (cuore impavido) e Mad Dog (cane pazzo).
Il prossimo match di Guido Vianello dovrebbe essere programmato per febbraio, nel 2020 sono cinque i combattimenti in programma per il Gladiatore.