Qualche tempo fa giravo per il Centro. Tornavo a casa dopo avere cenato in un ristorante in Prati, viale Giulio Cesare tanto per intenderci, quando ho visto una scena che noi umani della Garbatella non possiamo neppure immaginare. Ho visto dipendenti dell’Ama che pulivano le strade. Ho visto operatori ecologici che spazzavano via foglie e carte prima con un getto d’acqua e poi con le care e vecchie scopette.
La prima cosa che ho pensato è stata: “Stanno girando una fiction!”.
Poi ho avuto un’illuminazione e mi sono chiesto: “Perché la periferia è dimenticata?”
Sono nato a Garbatella. Sessantasei anni dopo abito ancora qui e nonostante tutto ne sono felice.
Il nostro era un quartiere popolare nato all’inizio degli anni Venti come Borgata Giardino. Il tempo è passato, il quartiere è diventato di moda, i prezzi delle case sono aumentati, come sono aumentate le persone del mondo dello spettacolo sbarcate da queste parti.
Ma Garbatella sta lentamente, inesorabilmente facendo passi indietro. Il degrado urbano tocca punte difficilmente raggiungibili. Della Borgata Giardino sono rimaste le palazzine e gli interni dei lotti, i colori delle facciate, la gente che da sempre la abita. Adesso però il panorama è cambiato.
La sera i selvaggi invadono il quartiere. Parcheggiano auto e moto sui marciapiedi, in divieto di sosta, in seconda e terza fila, in curva (in piazza Sant’Eurosia o in via Giustino de Jacobis) e anche in mezzo alla strada (davanti al Palladium). Qualcuno ha un posto fisso allo svicolo della rotatoria davanti al Teatro Ambra. Ma il record è di un signore che ha lasciato per l’intera giornata la macchina all’intersezione tra via Alessandra Macinghi Strozzi e via Anna Maria Taigi. Ha parcheggiato in curva, sulle strisce pedonali, ostruendo il passaggio per disabili e contromano.
Un fenomeno.
Mai, dico mai, ho visto un vigile urbano da queste parti. Perché?
Prima o poi una soluzione bisognerà trovarla. E poi non vi lamentate…
Abito in via Tolli e sono circondato dall’abbandono. Le erbacce ormai si arrampicano sulle mura esterne dei palazzi e vanno a fare compagnia a foglie morte da millenni, carte gettate in terra da adoratori del dio monnezza.
Ma anche quando attraverso la strada il panorama non migliora.
C’era una volta un bel giardinetto, creato dopo la pedonalizzazione di un tratto di via delle Sette Chiese. Che per definizione è rimasta isola pedonale, ma vede macchine parcheggiate ovunque.
Oggi quelle che dovrebbero essere aiuole rasate a pelo d’erba, sono una giungla invalicabile.
L’erba è cresciuta alta come un bambino di tre anni, dentro si nascondono pezzi di carta unta, bicchieri, resti di bivacchi, sigarette, spesso si possono vedere anche figure dal cranio allungato, corpo compatto, pelliccia ruvida cosparsa di peli semi-spinosi. Piedi lunghi e sottili.
Insomma, I SORCI!
Meglio noti come topi o ratti da chi abita fuori dal raccordo anulare.
Qualche anima buona aveva tagliato alla meglio il regno delle infezioni, ma l’erba è tornata a crescere come la corruzione che infesta questa città e adesso ha ripreso dimensioni inquietanti.
Su via delle Sette Chiese e via Alessandro Macinghi Strozzi sono posizionati i cassonetti dell’immondizia. Quasi sempre pieni, anzi stracolmi, con ogni possibile genere di spazzatura lasciata per strada perché all’interno non c’è più posto.
Ci massacrano occhi e orecchie con la differenziata. Ma dove e come possiamo buttare quello che in casa abbiamo cosi diligentemente diviso? A meno che quello che non ha capito nulla non sia io. Forse per differenziata il Comune intende un’altra cosa. Differenziare tra immondizia gettata nell’unico cassonetto con ancora un angolino di posto e immondizia gettata in terra.
Garbatella è quartiere popolare, pieno di vita e di voglia di vivere. La sera c’è un’atmosfera magica, un salto indietro nel passato scacciando tutto il male accumulato in giornate distrutte da Mafia Capitale, progetti di una diabolica candidatura olimpica, furti e rincari. Ma di serenità ne trovo davvero poca se mi guardo in giro e vedo quel mare di macchine e moto che occupano ogni centimetro quadrato di marciapiede costringendo i pedoni a trasformarsi in coraggiosi Indiana Jones per attraversare la strada e raggiungere la propria abitazione.
Facendo bene attenzione a evitare le buche formato gigante che dopo le strade hanno invaso anche i marciapiedi.
E in Prati un camioncino modello dell’Ama accompagna un solerte operatore ecologico che spruzza potenti getti d’acqua sull’immondizia e poi completa il compito con la vecchia ramazza…
Stiamo messi peggio noi qui a San Paolo Basilica. Una sporcizia senza fine!! Indecente.
In via giulio cesare le onnipresenti bancarelle ora vendono usato. Magari roba rubata, di sicuro non disinfettata. In via giulio cesare ai cassonetti dell’immondizia ho visto per giorni e piu volte giacere dei vecchi materassi. I gabbiani volteggiare sulle nostre teste e talvolta portano nel becco prede appena catturate. Sorci. In via giulio cesare c’è una finta attenzione perché è percorso turistico. In via çandia si è aperta una voragine e le buche sui marciapiedi sono segnalate da sedicenti artistici disegni a gessetto.