Gli USA escono dall’IBA, che squalifica pugili, maestri e arbitri

In una lettera indirizzata ai membri di USA Boxing, il Direttore Esecutivo Mike McAtee ha invocato la Dichiarazione di Indipendenza, invitando a “sciogliere le bande politiche che li hanno collegati” alla scandalosa International Boxing Association, ribattezzata IBA nel 2021.
USA Boxing si è ritirato dalla Associazione (ex AIBA) di cui faceva parte come membro fondatore al momento della sua costituzione nel 1946.
A sostegno della decisione ha citato il “mancato rispetto” da parte dell’IBA dei principi della sua costituzione e “il mancato rispetto della carta e del movimento olimpico“.
Gli Stati Uniti hanno scritto la storia del pugilato olimpico (nella foto in alto, da sinistra, tre leggende: Joe Frazier, oro nei massimi a Tokyo 1964; George Foreman, oro nei massimi a Città del Messico 1968; Muhammad Ali oro a nei mediomassimi a Roma ’60 quando ancora si chiamava Cassius Clay).
1. Sono lo Stato che ha vinto di più (50 ori, 28 argenti, 39 bronzi per un totale di 117 medaglie)
2. Hanno conquistato il maggior numero di Coppe Val Barker (destinate al miglior pugile dei Giochi): cinque. Luis Laurie nel ’36, Norwel Lee nel ’52, Howard Davis nel ’76, Paul Gonzales nell’84, Roy Jones nell’88.
3. Sono il Paese che ha ospitato il maggior numero di edizioni dei Giochi: St Louis 1904, Los Angeles 1932, Los Angeles 1984, Atlanta 1976. Ospiterà Los Angeles 2028.
Gli Stati Uniti hanno aderito alla nuova organizzazione, la World Boxing che terrà il suo primo Congresso elettivo a novembre 2023.
Al momento il Comitato Esecutivo ad interim è composto da: Matthew Holt (Gran Bretagna, Chief Executive Officer); Tyson Lee (Stati Uniti, presidente); Karin Mattino (Svezia, membro del Board); Michael Mueller (Germania, segretario generale); Nanna Picson (Filippine, responsabile ufficiali di gara); Lauren Price (rappresentate degli atleti); Richard Torrez jr (rappresentante degli atleti); Keith Walker (Presidente Federazione Nuova Zelanda); Boris van per Vorst (presidente Federazione Olanda); Simon Toulson (segretario generale ad interim, senza diritto di voto).
La World Boxing organizzerà i primi tornei a fine anno.
In risposta alla decisione degli Stati Uniti, l’IBA ha annunciato che pugili, allenatori, dirigenti, arbitri e giudici statunitensi da questo momento non potranno più partecipare a qualsiasi competizione gestita dall’Associazione.
Lunedì prenderanno il via a Tashkent (Uzbekistan) i Mondiali maschili targati IBA.
Oltre agli USA, non parteciperanno altri dieci Paesi le cui Federazioni Nazionali hanno deciso per il boicottaggio: Canada, Gran Bretagna, Polonia, Repubblica Ceca, Svezia,Irlanda, Olanda, Ucraina, Norvegia, Svizzera. Incertezza per la presenza a livello ufficiale di Nuova Zelanda e Filippine.
Il torneo non sarà valido come qualificazione olimpica.
Le qualificazioni per Parigi 2024 avranno questo calendario:America (22 ottobre/5 novembre 2023): Santiago, PanAmericani.Europa (2 giugno/2 luglio 2023): Cracovia, Giochi Europei.Oceania (19 novembre/2 dicembre 2023): Isole Salomone, Pacific Games.Asia (23 settembre/8 ottobre 2023): Hangzhou, Giochi Asiatici.CIO e CNO Africa stanno ancora discutendo le date per i Giochi Africani, che si disputeranno nel 2023 ad Accra, tra luglio e agosto.Al termine dei cinque tornei continentali, nel 2024 si disputeranno due raggruppamenti mondiali per assegnare i rimanenti posti a disposizione.
Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) nel 2019 ha sospeso l’IBA, togliendole la gestione dei Giochi di Tokyo 2020, affidando il torneo a una propria Task Force. Nel 2022 ha confermato la sospensione, aggiungendo il divieto di organizzare anche le qualificazioni di Parigi 2024 che sono state date in consegna ai Comitati Continentali dello stesso CIO.
Questa è l’ultima fotografia del turbolento momento attraversato dal pugilato dilettantistico.
Il CIO non si è ancora sbilanciato. La World Boxing attende un segnale ufficiale. L’IBA minaccia di portare in tribunale qualsiasi nemico. La boxe è fuori dal programma olimpico di Los Angeles 2028. 
Oggi la spaccatura è diventata ufficiale.
Come in politica, conterà molto da che parte si schiereranno quelli che sinora si sono astenuti.
L’Italia non può che andare da una parte, quella del CONI, cioè quella del CIO. Il 75% dei contributi che permettono la sopravvivenza della FederPugilato vengono da CONI e da Sport e Salute. 
Andando dall’altra parte si priverebbe della possibilità di disputare le future Olimpiadi (sempre che ci siano…) e di avere un adeguato sostegno economico/politico.
Non sembra una scelta difficile. 

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