
Oggi l’International Boxing Association ha mandato ai giornalisti, via email, un lungo comunicato.
Pubblico alcune parti del testo, redatto e spedito al CIO in vista della riunione del Comitato Esecutivo che si terrà da domani a giovedì a Losanna (Svizzera).
Ci sono pesanti accuse nei confronti del Comitato Olimpico Internazionale per la sua governance e per il monitoraggio della situazione in vista di Parigi 2024, c’è un avviso di denuncia in Tribunale.
Il caos prosegue, non so quale sarà il finale. Penso comunque che difficilmente la boxe farà parte del futuro dei Giochi.
Prima del testo targato IBA, vorrei fare un veloce riepilogo di quanto accaduto in precedenza.

La questione arbitri (la richiesta da parte del CIO della loro disponibilità per qualificazioni e torneo olimpico) è stata la scatenante dell’ira targata IBA, toccata anche dal clamoroso boicottaggio di undici grandi Paesi agli ultimi Mondiali femminili. Ma il caso degli ufficiali di gara rappresenta solo l’ultimo scontro tra le due organizzazioni. Stando a tempi recenti, le decisioni prese su Russia e Bielorussia dopo l’invasione dell’Ucraina hanno alimentato ulteriormente il fuoco, già divampato per la scarsa predisposizione dell’Associazione mondiale dei dilettanti alle decisioni altrui, anche se queste provengono da un Tribunale universalmente riconosciuto.


In tempi antecedenti l’invasione, l’IBA era stata in disaccordo con il CIO per un problema di sponsor, di conflitto di interessi.

Arriviamo così all’ultima battaglia in campo aperto. Un breve riassunto delle puntate precedenti di questa incredibile vicenda, poi il testo del messaggio.

Arbitri e giudici. Da osservatore neutrale, mi permetto di esprimere un’opinione sul tema. Mi sembra che il livello evidenziato nelle recenti competizioni targate IBA, anche e soprattutto agli ultimi Mondiali di New Delhi in India, sia stato decisamente basso.
Il comportamento e la successiva espulsione dell’arbitro danese Hansen (quello che ha visto il kot della Canfora) e di altri suoi colleghi, i cartellini da 30-25, l’affannosa gestione dei match, le numerose sviste da parte dei giudici ne sono la prova tangibile.
Era già accaduto, è accaduto, accadrà. La classe arbitrale rappresenta il punto più debole dell’intero mondo pugilistico.
Arriviamo così al comunicato dell’IBA. Eccone un ampio stralcio.
L’IBA ha profonde preoccupazioni in merito alla governance, all’imparzialità e alla trasparenza di base del CIO viste durante il processo di monitoraggio in vista di Parigi 2024.
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Al centro delle preoccupazioni di governance dell’IBA c’è la protezione dei dati personali e riservati dei suoi funzionari ai sensi della legge GDPR.
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Questa azione viola l’accordo di trasferimento dei dati firmato il 15/26 novembre 2019 tra IBA e CIO, in particolare, la sua clausola 4.1 b secondo la quale (enfasi aggiunta) “i dati personali trasferiti (dettagli di contatto) non saranno conservati per un periodo superiore a quello necessario per le Finalità Convenzionate (gare ed eventi di qualificazione di pugilato per Tokyo 2020 nonché Torneo di pugilato ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020, collettivamente le “Competizioni di Pugilato”), e saranno completamente e irreversibilmente distrutte dopo l’adempimento”.
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È responsabilità dei funzionari Sport e Sviluppo dell’IBA garantire che la buona governance sia applicata sotto tutti gli aspetti durante la gestione degli ufficiali di gara IBA. Il processo che il CIO ha applicato non soddisfa l’elevato standard di criteri di selezione verso cui l’IBA si è impegnata negli ultimi due anni. Il modo in cui il processo del CIO è stato implementato, mina completamente l’investimento dell’IBA in un processo di alta qualità per gli ufficiali di gara, e le azioni del CIO dimostrano una mancanza di comune decenza e cooperazione.
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L’IBA si riserverà pertanto tutti i diritti di presentare ricorso dinanzi al tribunale competente contro il CIO per richiedere i danni per violazione dell’Accordo, uso illegittimo della nostra proprietà intellettuale e violazione del GDPR e delle altre violazioni commesse dal CIO.
Suppongo, visti gli arbitri destinatari delle richieste di disponibilità, che l’elenco dei tre stelle IBA fosse in possesso del CIO ben prima di Tokyo 2020. Ma questo è un problema che sarà discusso in Tribunale, se l’IBA andrà avanti sulla sua strada.
Spero abbiano ragione gli ottimisti, quelli che continuano a dirsi certi di vedere la boxe anche a Los Angeles 2028. Al momento non ci conterei molto.