
Il gruppo Common Cause Alliance (CCA è l’acronimo) è nato all’inizio del 2022, ne facevano parte 18 Federazioni Nazionali. A dicembre le FN sono diventate 25.
Sono dentro Australia, Canada, Inghilterra, Francia, Irlanda, Olanda, Stati Uniti, Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia, Nuova Zelanda, Irlanda, Svizzera, Malta, Repubblica Ceca, Ucraina, Filippine e altri sette Paesi. Il leader della coalizione è l’olandese Boris van der Borst (a destra nella foto).
Queste Federazioni si sono unite per difendere la presenza del pugilato all’interno del programma olimpico, a partire da Parigi 2024 in poi (al momento la boxe è fuori da Los Angeles 2028).
Undici di loro dovrebbero boicottare i prossimi Mondiali femminili.
Il presidente dell’International Boxing Association, Umar Kremlev (a sinistra nella foto), ha definito i boicottatori: “Iene e sciacalli”.
Steve Hartley, presidente della Federazione Pugilistica neozelandese, ha reso pubblica l’idea di un torneo alternativo ai Mondiali maschili targati IBA (si terranno in Uzbekistan a maggio).
Il campionato gestito dalla CCA si svolgerebbe a fine anno in Olanda.
“A giorni l’annuncio ufficiale – ha detto Hartley, che ha poi aggiunto – Ho avuto una riunione via Zoom con venti Paesi aderenti alla CAA. Mi hanno confermato il loro boicottaggio per i Mondiali maschili dell’International Boxing Association. In tempi brevi il Comitato Olimpico Internazionale dovrebbe pronunciarsi sulla situazione”.
La scissione è cominciata. La nuova Federazione Mondiale, a cui avevo accennato in un precedente articolo, sta dunque prendendo forma. Per farla diventare realtà servirà la benedizione del CIO.
Riassunto delle puntate precedenti.
Il CIO…
- Ha sospeso l’IBA nel 2019, sospensione ancora in atto.
- Le ha tolto la gestione dei tornei olimpici di Tokyo 2020 e Parigi 2024.
- Le ha imposto di cambiare la governance.
- Le ha chiesto di non rinnovare l’accordo di sponsorizzazione con la Gazprom, perché provoca un chiaro conflitto di interessi.
- Le ha imposto una revisione del settore arbitrale.
- Ha minacciato di togliere il pugilato dal programma olimpico fin da Parigi 2024. (dichiarazione ufficiale: “Il CIO dovrà tenere conto di tutto ciò quando prenderà ulteriori decisioni che potrebbero, dopo questi ultimi sviluppi, includere la cancellazione del pugilato per i Giochi Olimpici di Parigi 2024”).
- Sta analizzando l’ipotesi di ammettere atleti russi e bielorussi ai Giochi, ma solo a titolo individuale. Senza inno, né bandiera.
L’IBA…
1. Ha preso accordi con la WBA per uno sviluppo del professionismo.
2. Ha siglato un accordo con Cuba per un reciproco sostegno a livello dilettantistico/professionismo.
3. Ha ignorato la disposizione del TAS di Losanna che imponeva, con annessa raccomandazione del CIO, la ripetizione dell’elezione per la presidenza.
4. Ha dato il via a un torneo professionistico che avrà cadenza annuale.
5. Ha concesso a Bielorussia e Russia la possibilità di partecipare ai suoi tornei come Paesi con inno e bandiera.
6. Ha respinto ogni accusa di cattiva governance.
7. Ha rinnovato il rapporto di sponsorizzazione con la Gazprom.
8. Ha indicato un proprio programma di qualificazioni olimpiche per un torneo, quello di Parigi 2024, su cui non ha alcun incarico gestionale.
Lavori in corso, la conta (chi sta con l’IBA e chi con il CIO) è appena cominciata. In gioco c’è la partecipazione ai Giochi Olimpici e il futuro del pugilato dilettantistico.
A presto.