
Irma Testa ha esordito agli Europei che si disputano in Montenegro.
Ha sconfitto per split decision (3-2: tre giudici per lei, due per l’avversaria) GlynnElise Jacqui.
Nelle pieghe del risultato, a mio avviso corretto (l’azzurra aveva vinto il match), si nasconde qualcosa di assurdo.
Il giudice Rytis Vasliuskas (Lituania) ha visto vincere l’inglese (30-27).
Il giudice Sergei Nelepenco (Moldova) ha visto la campana vincitrice per 30-25 (ha assegnato 10-9 al primo round, 10-8 nel secondo, 10-8 nel terzo).
Dare due punti di differenza in una ripresa nel dilettantismo non è cosa comune, ripetere il punteggio per due riprese è ancora più singolare.
La discriminante per dare 10-8 è il chiaro dominio, scaturito dalla grande differenza nel numero di colpi di qualità segnati. Non c’è stato. Né nella seconda, né nella terza. La Testa ha vinto, ma non ha esercitato un chiaro dominio.
E mi raccomando il lituano che l’ha vista perdere tutti e tre i round.
Otto punti di differenza tra un giudice e l’altro, in un incontro sulle tre riprese, sono una barzelletta.
A forza di allontanare ufficiali di gara, si finisce con l’utilizzare giudici sempre meno all’altezza del compito assegnatogli. Prima i sospesi, poi gli amici dei sospesi, poi quelli segnalati da McLaren, poi quelli che prendono il caffè amaro, poi quelli che mangiano sciapo… Si finirà per fare giudicare i match di pugilato a chi di boxe ne ha vista davvero poca.
Ma forse è già accaduto e non me ne sono accorto.