Quella volta che Wilder fu messo al tappeto da un rivale di 180 kg…

Strana storia quella che sto per raccontarvi.
Domani, venerdì 28 ottobre, Guido Vianello affronterà Jay McFarlane, scozzese di Glasgow.
È decisamente favorito contro un rivale che sulla bilancia ha segnato 126 chili, 16.5 più del romano. Qualcuno ha storto la bocca, altri hanno commentato duramente.
Il 3 luglio 2010 Deontay Wilder (che quattro anni e mezzo dopo sarebbe diventato campione del mondo) ha combattuto al Club Palace di Hattensburg. Il suo record parlava di dieci match, come Vianello. Era imbattuto, come Vianello. Aveva sempre vinto per ko, (quasi) come Vianello (9 knock out e un pari).
Anche lui affrontava un rivale molto più pesante, Dustin Nichols. Un pugile di Columbus, Mississippi, alto 1.91. Come Jay McFarlane, l’avversario di Vianello.
Wilder è 2.01, come Vianello.
La grande differenza sta nei pesi dei due protagonisti.
Deontay Wilder aveva fermato la bilancia a 97.500
Dustin Nichols aveva segnato 180.500, ottantatrè chili più del rivale!
La sfida era durata un round. L’arbitro aveva interrotto il match prima che cominciasse la seconda ripresa. Il jab sinistro di Wilder aveva provocato un grosso spacco all’arcata sopracciliare destra dell’avversario che perdeva molto sangue, cosa che accadeva anche dal naso probabilmente rotto.
Poco prima che il cronometro segnasse i 50 secondi del round iniziale, un diretto destro di Nichols sembrava aver mandato al tappeto Wilder. L’arbitro Keight Hughes aveva però giudicato la cosa come una scivolata e non aveva effettuato il conteggio.


Qui sopra il video di quell’incontro, pubblicato su YouTube, potete giudicare da soli.
Curioso, no? Quante coincidenze.

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