Alfred Cromwell Commey ha vent’anni e viene dall’Emilia, è cresciuto a Cadelbosco in provincia di Reggio. Papà del Ghana, mamma italiana. E una grande passione per lo sport. Il basket, ma soprattutto la boxe. L’ha scelta per amore e ha lottato, come tanti ragazzi, per praticarla.
I genitori non erano molto d’accordo, avevano così messo una condizione. Avrebbero dato il loro consenso solo se lo studio fosse stato un motivo per cui rallegrarsi. Così è stato.
Ora Alfred è un pugile e vuole costruire su questo il suo futuro, farlo diventare un lavoro a tempo pieno. Sogna in grande, l’Olimpiade di Parigi 2024 su tutto. Poi, magari, il professionismo. L’ha confessato più di una volta.
Boxa come se fosse già un professionista. Ha un ritmo pazzesco, riesce a tenere il motore a pieno regime per ogni minuto della ripresa, per ogni secondo del match. E quando arriva alla corta distanza si fa valere. Picchia, ha tecnica e intensità di azione.
Due mesi fa ha conquistato il titolo europeo Under 22.
Ora vuole quello dei grandi. Mancino, fisico compatto (1,83 di altezza, boxa al limite degli 80 chili) attento ai consigli dell’angolo. Ha un maestro che lo segue con bravura e attenzione, si chiama Michael Galli (è con lui nella foto in alto). A vedere come si comporta Alfred sul ring, si campisce che negli allenamenti Galli gli ha dato tanto.
Ha perso due sole volte in carriera.
Ha grandi progetti. Adesso comincia la grande avventura. Sarà dura contro Agejev Artjom, che ha fatto sinora un ottimo torneo riuscendo a regalare alla Serbia una medaglia, dopo ventuno anni di digiuno. Sarà un cliente decisamente scomodo.