L’Italia del rugby ha collezionato allo Stadio Olimpico di Roma, contro la Scozia, la trentaseiesima sconfitta consecutiva al Sei Nazioni. Non vince dal 2015, sette anni senza successi.
L’Italia…
- Nella storia azzurra della competizione (2000-2022) ha vinto 12 partite su 101, incassando l’88% di sconfitte.
- È arrivata diciassette volte ultima su ventitrè partecipazioni (inclusa quella in corso).
- Non vince una gara da sette edizioni.
- Nei confronti delle altre cinque nazioni ha un record di 12 vittorie, 88 sconfitte e 1 pareggio.
- Nella Coppa del Mondo (dal 1987) non ha mai fatto meglio della prima fase a gironi.
- Occupa il quattordicesimo posto della classifica mondiale dietro Sudafrica, Nuova Zelanda, Francia, Inghilterra, Irlanda, Australia, Galles, Scozia, Argentina, Giappone, Isole Fiji, Samoa, Georgia.
Resta in piedi solo la Grande Bellezza del gioco, a prescindere da quale squadra lo pratichi.
Gli stadi per il Sei Nazioni sono ancora pieni. Partito sulla Rai, traslocato su La 7, poi sulla Tv a pagamento Sky, è approdato su DMax, ora è tornato a Sky (con TV 8 in chiaro).
Davanti a una inquietante lista di risultati catastrofici, c’è inizialmente stato un tentativo di difesa da parte dei media.
- Giochiamo sempre contro i migliori.
- Gli stadi sono pieni.
- Lo spettacolo è decisamente meno avvelenato rispetto agli altri sport.
Contesto il primo punto. Oltre alle altre cinque squadre del Sei Nazioni, davanti a noi nel ranking mondiale abbiamo Nuova Zelanda, Australia, Sudafrica, Argentina, Isole Fiji, Giappone, Georgia e Samoa. Cioè altri otto team. Quindi, non giochiamo sempre contro i migliori.
Secondo punto, gli stadi pieni. Sono da sempre convinto che il rugby sia riuscito a realizzare quello che altri sport hanno solo sognato: vendere un’idea, a prescindere da chi siano i protagonisti che interpretano la storia. Fino a quando funzionerà, soprattutto in una nazione che non ha alle spalle una tradizione di successi, gli stadi per il Sei Nazioni rimarranno pieni. Il successo del prodotto rugby è legato a un’intuizione di marketing. A lungo termine potrebbe accusare un calo irreversibile, soprattutto se a supportarla non ci fosse la concretezza di una squadra competitiva. Ma anche se tutto dovesse continuare sulla linea degli stadi sempre pieni, il concetto rimarrebbe immutato. Il rugby vincerebbe le sue battaglie, mentre l’Italia continuerebbe a perdere le partite.
Abbiamo attraversato le Colonne d’Ercole dello sport. Superate le cento sconfitte ci siamo avventurati oltre il limite estremo del mondo conosciuto. Sabato gli azzurri affronteranno un Galles meno forte di altre volte. Sarà l’ultima partita di questa edizione in cui ha collezionato cinque sconfitte su cinque sfide, ha segnato 38 punti subendone 160. E ha già in tasca il sedicesimo cucchiaio di legno (leggasi ultimo posto) in ventidue edizioni del torneo.