
Una buona notizia.
Il World Boxing Council, non appena venuto a conoscenza della situazione di Bruno Arcari, si è attivato.
Il primo a far partire il meccanismo è stato Mauro Betti, vice presidente dell’Ente. Ha contattato Monica, la figlia del campione, si è fatto raccontare lo stato attuale della vicenda, ha informato Maurizio Sulaiman, presidente del WBC, e ha sollecitato un intervento.
Sulaiman è stato immediatamente disponibile. Ha reso operativa la procedura, al cui completamento manca solo un documento finale, è ha dato l’ok. Bruno Arcari sarà inserito nel Fondo de ayuda Jose Sulaiman.
Il World Boxing Council si occuperà delle spese giornaliere di assistenza sanitaria del campione.
A dare il via alla vicenda era stata la notizia pubblicata da Gazzetta dello Sport, Corriere della Sera e, successivamente, da boxeringweb.net.
Bruno Arcari ha reso onore alla boxe italiana, ha dominato la boxe mondiale fra il 1970 e il 1974 (undici match per il titolo, altrettante vittorie) ed è considerato uno dei più grandi, se non, per molti, il più grande pugile italiano di sempre. Oggi però Bruno Arcari, che ha compiuto 80 anni l’1 gennaio 2022, soffre per una malattia degenerativa e chiede attraverso la figlia Monica il vitalizio attribuito dalla Legge Onesti, quello riservato agli ex campioni che si trovano in difficoltà economiche. Una misura assistenziale che meriterebbe a pieno titolo e che tuttavia non è ancora riuscito a ottenere. Delle sue condizioni di salute è al corrente il sottosegretario allo sport Valentina Vezzali, che dovrà occuparsi del vitalizio per meriti sportivi.
Sui tempi e sull’eventuale risultato positivo dell’applicazione della Legge Onesti per questo caso, non conosco al momento gli sviluppi.
So per fonte diretta dell’attivazione del WBC che ha scelto di stare al fianco del campione velocizzando le pratiche burocratiche.
Merito della sensibilità di Mauricio Sulaiman e dell’affetto che Mauro Betti nutre per il mitico Bruno.
Mauro conosce molto bene Arcari. Non ha dimenticato l’aiuto, sul piano morale, che il grande pugile gli ha dato in più occasioni in giro per il mondo. Nel 1993, durante il Congresso di Las Vegas, ad esempio. Era morto da poco l’avvocato Antonio Sciarra, che Betti stimava come suo mentore. Lo sconforto si era impossessato di Mauro, solo la presenza e le parole di Bruno erano riuscite a fargli superare quei momenti difficili.
Sono cose che evidentemente non si dimenticano.
In attesa che anche lo Stato italiano e la Federazione Pugilistica si attivino sulla vicenda, è doveroso fare un plauso alla velocità con cui il WBC si è mosso.
Un abbraccio a Bruno e alla sua famiglia. Un abbraccio particolare alla figlia Monica, che ha voluto rendere pubblica la situazione al fine di stimolare le coscienze.
La vicenda, sul piano dell’assistenza economica, cammina sul giusto sentiero. Continuerò a informarvi sugli sviluppi di questa storia.
BRUNO ARCARI, E’ UNA DELLE PERSONE PIU’ ONESTE ,AFFIDABILI ,SEMPLICI ,GENEROSE CHE IO ABBIA MAI CONOSCIUTO, GRANDE CAMPIONE,GRANDE UOMO, ORA IN MALATTIA PENSO SIA DOVEROSO DA PARTE DELLO STATO E NON SOLO CERCARE DI DARE UN CONTRIBUTO, ANCHE SE FORSE IL PIU’ GRANDE PUGILE ITALIANO DI SEMPRE MERITAVA E MERITA MOLTO DI PIU’ .
Approvo al 100%,un atleta con un passato così importante non può essere abbandonato ora che necessita di aiuto….La federazione italiana del pugilato dovrebbe farsi carico dei suoi ex atleti piu’ rappresentativi.