
Il Congresso Straordinario dell’AIBA, svoltosi domenica e lunedì, ha aperto un piccolo squarcio sul futuro della boxe non professionistica.
L’AIBA nel 2007 aveva già cambiato la sua ragione sociale in International Boxing Association, lasciando però il vecchio acronimo in cui figurava la dicitura Amateur, dilettante. Ora la A è andata e il nuovo acronimo è diventato IBA (foto sopra).
Nuovo il nome, vecchio il senso: sempre International Boxing Associatian.
Confermata la riduzione da 28 a 18 membri del Consiglio Direttivo, così suddivisi.
Un presidente.
Cinque presidenti continentali eletti dal Congresso, tra quelli che saranno proposti dalle Federazioni Nazionali o da ogni Confederazione.
Due atleti, eletti dagli atleti stessi.
Dieci direttori indipendenti eletti dal Congresso dopo avere passato un processo di selezione. Di questi dieci direttori, almeno cinque dovranno essere donne, dovrà esserci almeno un rappresentante per ogni Continente.
Il Congresso Elettivo si svolgerà il 30 giugno 2022.
L’IBA sta lavorando ai nuovi criteri di giudizio a cui dovranno fare riferimento i giudici a bordo ring. Ogni round sarà diviso in due o tre frazioni, i giudici dovranno stilare un cartellino per ognuna di queste. È il sistema che al momento ha maggiore possibilità di essere introdotto nel regolamento gare. Andrà in vigore a giugno, in occasione dei Mondiali donne.
L’IBA sta studiano anche le categorie di peso da presentare, in caso il CIO annullasse la sospensione nel 2023, ai Giochi di Parigi 2024. È già certo che saranno sette categorie per gli uomini e sei per le donne, entrambi i generi avranno lo stesso numero di atleti: 126 uomini (60 in meno che a Tokyo 2020), 126 donne (26 in più rispetto ai Giochi giapponesi).
Continuerà così la riduzione del programma maschile: 11 categorie a Pechino 2008, 10 a Rio 2016, 8 a Tokyo 2020, 7 a Parigi 2024. Quale sarà quella esclusa? Molto probabilmente i mediomassimi. Dovrebbero restare nella competizione mosca, piuma, leggeri, welter, medi, massimi, supermassimi. La spinta verso la parità dei numeri imporrà al CIO di ridurre non solo le categorie, ma anche il numero dei pugili ammessi nel tabellone finale. Qualificazioni ancora più dure dunque e sfide solo tra il meglio che c’è. Cancellazione dei bye in arrivo.
Il sacrificio degli uomini, andrà a vantaggio delle donne che continueranno così a crescere nel tabellone olimpico: erano 3 le categorie all’esordio di Londra 2012 e tali sono rimaste a Rio 2016, sono passate a 5 nei Giochi di Tokyo 2020, diventeranno 6 a Parigi 2024.
Ai pesi mosca, piuma, leggeri, welter e medi dovrebbe andare ad aggiungersi i pesi gallo.
Molte parole spese al Congresso, concluso ieri, per governance, finanza e rinnovamento dei criteri di giudizio nella compilazione dei cartellini. Vedremo come si concluderà la storia. L’ultimatum del CIO avrà come data di scadenza il 2023, non è che ci sia molto tempo per l’IBA. In caso positivo, cancellazione della sospensione e organizzazione del torneo olimpico in terra di Francia. In caso negativo, via il pugilato dai Giochi a partire da Los Angeles 2028 (ricordo che al momento non è nel programma).