
La conoscenza è di due tipi: o conosciamo un soggetto
per nostro conto, oppure conosciamo il posto
dove poter trovare informazioni al riguardo
(Samuel Johnson)
Avviso ai naviganti. Il pezzo è lungo e parla di inchieste. È per maratoneti della lettura interessati
all’argomento. Astenersi perditempo.
I fatti separati dalle opinioni.
I fatti dicono che il CIO non ha inserito il pugilato nel programma olimpico di Los Angeles 2028.
I fatti spiegano il perché di questa decisione e sono riportati nel Rapporto Intermedio del Comitato Olimpico Internazionale sulla situazione dell’AIBA, l’Ente che governava la boxe ai Giochi.
Riguardano tre aspetti chiave, tutti chiaramente indicati nel documento.
Finanza.
L’AIBA ha negato al CIO la possibilità di esaminare il contratto che la lega alla Gazprom, vietando così al Comitato Olimpico Internazionale l’accesso al documento, anche nel caso il CIO avesse accettato di firmare un accordo di non divulgazione.
Il CIO ha tratto le sue conclusioni, che si basano su un duplice binario.
La maggioranza, anzi la quasi totalità delle risorse economiche dell’AIBA, vengono dai soldi ricevuti dalla Gazprom. Questo fa dire al CIO: “La dipendenza della Federazione Internazionale da una società statale può aumentare preoccupazioni circa la potenziale situazione di conflitto di interessi e di autonomia”.
A prescindere dall’entità del finanziamento, che è rimasta segreta.
Rimane nel bilancio AIBA la sopravvivenza passiva relativa al contratto con la FICT (First Commitment Internazional Trade), che è di circa 17 milioni di euro più interessi. Mentre il debito con la Bekons è stato onorato grazie agli introiti della sponsorizzazione Gazprom.
Il CIO sottolinea come ci sia necessità assoluta di reperire altre fonti di finanziamento, quelli in arrivo dall’organizzazione degli eventi non sembrano al momento essere consistenti al punto da generare autonomia assoluta.
Arbitri e giudici.
Il secondo rapporto di Richard McLaren, il primo era stato presentato il 30 settembre 2021, analizza il periodo post Rio 2016/Mondiali Belgrado 2021. In Brasile, sottolinea il professore canadese che ha ricevuto l’incarico direttamente dall’AIBA, si era toccato il momento più basso. Ma anche i successivi cinque anni non hanno dato indicazioni confortevoli. Si sono ripetuti comportamenti non corretti nella selezione di arbitri e giudici, non sono stati rispettati i filtri per la selezione automatica, non è stata presentata adeguata documentazione cartacea al Delegato Tecnico. Molti risultati sono stati cambiati seguendo il processo della revisione dei verdetti, non sono stati presentati documenti a testimonianza e questo non ha permesso una valutazione obiettiva dell’indipendenza nell’operazione di revisione.
L’analisi, condotta dalla PricewaterhouseCoppers per conto del CIO, ha prodotto un giudizio negativo sul problema, sono state rivelate debolezze all’interno di una struttura destabilizzata. C’è stata la perdita di conoscenza organizzativa e memoria istituzionale, un’applicazione incoerente delle regole, nessuna voglia di indagare sui reclami, il processo disciplinare non ha avuto al suo interno la forza di proporre sanzioni. La struttura organizzativa si è dimostrata decisamente carente.
Governance.
In questo caso l’analisi è stata commissionata dall’Aiba al professor Ulrich Haas. Chiusa l’indagine, Haas ha fatto le sue proposte: riduzione e rinnovo del Comitato Esecutivo, riduzione del Comitato Amministrativo, creazione di un nuovo ufficio che gestisca i rapporti con il CIO, scioglimento dell’attuale Consiglio e nuova ripartizione dei Comitati di lavoro, scioglimento della squadra di presidenza dell’AIBA, riduzione dei direttori in carica.
Il 26 novembre scorso il CE dell’Ente ha approvato il documento del professore e lo riproporrà al Consiglio Straordinario di domani, domenica 12, e lunedì 13 dicembre per l’approvazione definitiva.
Il nuovo CE dovrebbe passare da 26 a 18 membri, dieci dei quali sicuramente nuovi.
La dirigenza AIBA non poteva non sapere cosa stesse accadendo. Il 50% dei membri che compongono l’attuale gruppo dirigenziale era operativo a Londra 2012, il 75% era operativo a Rio 2016, il 100% ai Mondiali di Belgrado 2021.
Ultimi fatti a beneficio dei disattenti.
Il CIO ha concluso la sua prima indagine sull’AIBA il 21 maggio 2019. Il mese dopo ha sospeso a tempo indeterminato l’Ente, togliendogli sicuramente l’organizzazione dei Giochi di Tokyo 2020.
Affinchè l’AIBA possa ritornare a gestire il torneo olimpico e il pugilato possa avere concrete possibilità di venire riammesso, dovranno essere fatti precisi passi in avanti. Il Comitato Olimpico Internazionale li ha indicati in una dettagliata tabella di marcia, stilata a conclusione del suo Rapporto Intermedio reso pubblico l’8 dicembre.
Eccola.
1. Per quanto riguarda la finanza, aumentare la trasparenza e la sostenibilità finanziaria anche attraverso diversificazione dei ricavi.
2. Per quanto riguarda la credibilità delle competizioni di boxe, cambiare il processo di gestione del settore Arbitri&Giudici per garantire la sua integrità sotto il monitoraggio di PwC, compreso un periodo di monitoraggio per le competizioni dell’AIBA in vista dei Giochi Olimpici di Parigi 2024.
3. Per quanto riguarda la governance, garantire la piena ed efficace attuazione di tutte le misure proposte dal professor Haas e dal suo team, compreso il cambio di cultura.
Conclusione. Qualora le predette condizioni fossero soddisfatte dall’AIBA con soddisfazione del CIO, la sospensione dell’AIBA potrebbe essere revocata nel 2023. L’inclusione della boxe nell’elenco degli sport per i Giochi Olimpici di Los Angeles 2028 sarà soggetta al rispetto delle condizioni sopra descritte e al successivo reintegro dell’AIBA.
Fin qui i fatti.
Poche righe di opinioni.
Capisco che, in un mondo che pensa di sapere senza sapere di non essere in grado di pensare, sia difficile capire quello che il CIO e i professori incaricati dall’AIBA hanno scritto nei loro documenti. Ma prima di parlare bisognerebbe almeno leggere, documentarsi.
Oggi, 11 dicembre 2021, il pugilato è fuori dai Giochi di Los Angeles 2028. E il suo reintegro all’interno del programma olimpico è tutt’altro che semplice. Dipende da un processo culturale che finora l’AIBA non è stata in grado di porre in atto.
Spero che una divinità, al momento sconosciuta, illumini il percorso dell’AIBA e la guidi verso il nuovo mondo. È l’unica, ripeto unica, possibilità che ci permetterebbe di vedere la boxe ai Giochi di Los Angeles 2028.