
L’orgoglio, il carattere, la voglia di lottare, di guardare avanti.
Vincenzo Mangiacapre ha messo tutto sul piatto, non è bastato, non poteva bastare.
Chinzorig Baatarsukh gli ha rubato il tempo. In tutti i sensi. Si è appropriato del futuro. Lo ha sistematicamente anticipato in ogni azione.
Il mongolo ha comandato la scena, l’azzurro è sembrato lento nell’uscire dalle traiettorie dei pugni dell’avversario, poco rapido nei movimenti di gambe. E ha peccato nella fase difensiva, lasciandosi più volte sorprendere dai colpi dell’asiatico.
Vincenzo ci ha messo tutto quello che aveva. Ma la freschezza atletica di Baatarsukh lo ha sconfitto. Era chiaro alla vigilia che sarebbe stata una montagna difficile da scalare. Trentadue anni e centocinquanta match sono un bagaglio pesante da portare sul ring.
Occorreva rapidità in uscita quando si provava un attacco, maggiore precisione nei colpi (spesso ha sbagliato la distanza finendo con l’andare a vuoto), un ritmo più alto. Ci voleva tutto questo per sconfiggere il mongolo. Orgoglio, carattere e voglia di lottare non sono bastate ad annullare il divario. Peccato, ma la sconfitta, anche se netta, non è una condanna.
Vincenzo Mangiacapre ha dato il massimo di quello che oggi aveva dentro.
67 KG (sedicesimi) Chinzorig Baatarsukh (Mgl) b. Vincenzo Mangiacapre 5-0 (30-27, 29-28, 29-28, 30-27, 30-27).