
In Italia erano passate da poco le 6 del mattino di venerdì, quando sul ring della Kokugikan Arena di Tokyo è andato in scena un piccolo grande dramma.

Lo speaker faceva il suo annuncio con la solita lentezza, prendendosi un attimo di tempo prima di comunicare la sentenza, il verdetto del quarto di finale dei pesi welter. “Vince… per split decisionn…..con il risutato di 4-1…. all’angolo rosso, Aidan Walsh”.
È in quei momenti che l’adrenalina pompa al massimo, ti senti padrone del mondo, il cuore ti scoppia di felicità.
Aidan (che è il fratello di Michaela, eliminata al secondo turno da Irma Testa nei pesi piuma) aveva appena sconfitto Marven Clair delle Mauritius e si era garantito la medaglia di bronzo. Irlanda in festa.
Walsh non tratteneva l’esultanza, saltava, saltava ancora.
Purtroppo atterrava male sul tappeto del ring, la caviglia sinistra si piegava in modo innaturale, cedeva. Un dolore sul momento sopportabile, l’euforia lo ricacciava indietro. Le cose però si complicavano quasi subito. Nello spogliatoio il dolore diventava più forte, l’irlandese doveva lasciare il Palasport su una sedia a rotelle. I primi comunicati del settore medico del team parlavano di una leggera slogatura.
Ieri avrebbe dovuto incontrare Pat McCormack, britannico. Il vincitore sarebbe andato a giocarsi la medaglia d’oro.
Ma questa mattina, a poche ore dalla sfida, non erano i pugni di un avversario a fermare Aidan, bensì una TAC che decretava la sua impossibilità a combattere.
Peccato
