
Il sogno appena nato, è già finito.
Angela Carini (foto FPI/Bozzani) era arrivata a Tokyo per portare a termine una missione. Inseguiva una medaglia che riuscisse ad attenuare la sua angoscia, che servisse a regalare un attimo di felicità al papà.

Nien-Chen Chen, 24enne di Taipei, si è rivelata avversaria meno impossibile di quanto sembrasse alla vigilia. Era determinata, sì. Ma confusa nell’azione, impacciata nella tecnica dei colpi, imprecisa nell’esecuzione.
Per batterla però sarebbe servita una Carini al massimo.
Angela mi è sembrata nervosa, troppo concentrata su quello che stava inseguendo, meno su cosa avrebbe dovuto fare per ottenerlo. La tensione l’ha portata fuori dalla zona di azione. Sempre o quasi un paio di centimetri troppo distante dal bersaglio. I colpi si fermavano a un niente dal volto dell’asiatica, rendendo vano il match di grande volontà dell’azzurra.
La smania di fare bene è sembrata tratti rabbia, in altri momenti frustrazione. Sul ring devi essere sempre padrona della situazione, non lasciarti avvolgere dalla nebbia del nervosismo.
È stato un match confuso, pieno di colpi a vuoto e clinch prolungati.
Un incontro che Nien-Chen Chen ha vinto per pochi pugni in più.
La sfida si è chiusa su un piano di equilibrio. Tranne il giudice algerino, che aveva tutti e tre i round in favore della ragazza di Taipei, gli altri quattro avevano un solo punto di differenza: un doppio 29-28 per Angela, due 29-28 per l’altra.
È un peccato perché la Carini questo match poteva portarlo a casa.
Ci ha messo dentro orgoglio, voglia di vincere, furore agonistico.
Per chiudere il cerchio e andare avanti ne torneo, sarebbe servita a mio parere una maggiore freddezza nell’azione, la lucidità di incidere con il sinistro di incontro sugli attacchi scomposti della rivale, la calma nella gestione tattica del combattimento.
Finisce qui l’avventura ai Giochi di Angela Carini. Ha qualità e tempo per rifarsi. Anche se era proprio a Tokyo, nell’anno di grazia 2021 e nel mese di luglio che lei sognava di alzare le braccia al cielo per regalare un momento di felicità a papà Peppe gravemente malato.
Ad Afragola avranno capito. Ce l’ha messa tutta. Purtroppo, non è bastato.
PESI WELTER (69 kg, ottavi di finale) Nien-Chin Chen (Taipei) b Angela Carini 3-2.
