Il Museo del Pugilato, inaugurato il 24 febbraio 2017 (non 2016, come riportato sul sito web dello stesso Museo, foto sotto) fatica a trovare la giusta popolarità.
Il 25 novembre del 2017 Riccardo Milletti, giornalista Rai, nell’edizione delle ore 14:00 del TG Umbria, già denunciava la situazione.
“Il Museo della Boxe di Assisi è stato inaugurato il 24 febbraio scorso e non è stato mai aperto per mancanza di personale. Solo gruppi organizzati possono accedervi dopo avere concordato con il Comune data e orario della visita.”
Quei gruppi organizzati non si sono fatti vedere per altri anni ancora.
Nel 2018, consultando il sito federale alla voce Museo, ho scoperto che solo poche decine di visitatori avevano avuto la fortuna di entrare nei locali dell’ex Montedison.
Fino a poco tempo fa, per godere lo spettacolo bisognava ancora telefonare e prenotare.
Adesso si è allargata la possibilità di visitarlo.
Oggi il nuovo sito online del Museo annuncia l’apertura 10-13, 15-18 nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì. Martedì e giovedì chiuso, sabato e domenica solo su prenotazione. E durante le feste di fine anno? Beh lì sarà stato aperto con orario continuato, direte voi. Errore: il 27-28-29 è rimasto a porte spalancate per la bellezza di due ore al giorno, dalle 10 alle 12. Tanto per non perdere le vecchie abitudini.
Le ragioni possono essere due:
La domanda è misera.
Mancano i soldi per pagare il personale.
In entrambi i casi, nasce spontanea la domanda: ma allora perché lo avete realizzato?
Devo confessarlo, una piccola parte di colpa è anche la mia. Assieme allo storico Gianfranco Colasante e al compianto Daniele Redaelli, all’epoca capo redattore della Gazzetta dello Sport, sono stato tra i curatori del progetto. Avevamo pensato a un museo che raccontasse la storia di questo sport, che offrisse la possibilità di venire a contatto non solo con i reperti che erano lì a testimoniare le imprese italiane nel mondo, ma anche con quei libri o film che le avevano celebrate. Avevamo pensato a una interattività che desse modo di godere di un museo moderno, in movimento, tecnologico.
Non so se tutto questo sia stato realizzato.
Non lo so, perché non sono tra i pochissimi che l’hanno visitato. Ho solo visto qualche foto sul sito. Una in particolare, quella che mostra il grande Ali. Peccato sia sbagliato il suo nome, si scrive Muhammad e non Muhammed. Una vocale, cosa volete che sia? Beh in un quotidiano o su un sito web il refuso può anche essere perdonato, ma in un Museo della Boxe è inaccettabile. Pensate se al Louvre, accanto alla Gioconda (Monna Lisa) il nome dell’artista che l’ha dipinta fosse riportato come Leonardo da Vonci…
Penso che il fallimento del Museo (realizzato, il Museo non il fallimento, sulla spinta di Franco Falcinelli, foto) sia attribuibile al disinteresse per l’argomento, alla scarsa promozione fatta e alla insufficienza di personale (se non sbaglio c’è un unico, anzi un’unica dipendente) che non permette l’allargamento degli orari di apertura.
Eppure deve essere costato un bel po’ di soldini.
Fabrizio Leggio, del Movimento 5 Stelle, così denunciava a dieci mesi dall’apertura.
“Appare abbagliante nella sua inutilità, quel mutuo di un milione e seicentomila euro acceso nel 2009, Ricci sindaco, che i cittadini assisani stanno ancora pagando. E nel 2015 sono stati spesi altri 77.000 euro per un’opera di manutenzione dello spazio museo.”
Il Corriere dell’Umbria picchiava duro.
STRUTTURA TROPPO COSTOSA E INUTILE
MUSEO DEL PUGILATO SOTTO LA LENTE
Lunghi, vice sindaco di Ricci all’epoca del mutuo e successivamente sostituto pro tempore per un anno, consigliere di Uniti per Assisi, replicava: “Il mutuo è una quota parte dell’investimento relativo al recupero dell’Archelogia industriale degli ex edifici Montedison per la realizzazione del Pala Eventi e del Museo del Pugilato per un investimento complessivo di tre milioni di euro, un milione quattrocentomila dei quali a carico della presidenza del Consiglio dei Ministri.I”
La cifra esatta del contributo, inizialmente stanziata dal Ministero dei Beni Culturali, passata poi per il decreto al Ministro delle Finanze e successivamente in carico all’Istituto di Credito Sportivo è di 1.439.250 euro. Ed è stata concessa unicamente per la creazione del Museo del Pugilato. Un milione e mezzo di euro per il Museo.
E in questo tempo (tra dieci giorni saranno ormai passati tre anni dall’inaugurazione) non mi sembra che si sia mosso qualcosa per cambiare la situazione.
Senza un’adeguata promozione, senza una spinta organizzativa che porti visitatori, senza qualche idea che risvegli l’interesse e attiri il pubblico nell’area, l’investimento rimarrà fine a se stesso.
Soldi spesi per una cattedrale nel deserto, purtroppo deserta anche lei.