di Fiammetta Scimonelli**
“Non fare il furbo, combatti” è il titolo accattivante del nuovo libro di Dario Torromeo, il nono sulla boxe dei dodici che ha pubblicato, edito dalla Absolutely Free, casa editrice diretta da Daniele Azzolini, che è sempre al primo posto quando si tratta di far entrare lo sport nella mente di chi legge , proponendo argomenti sempre diversi, ma che catturano l’interesse. . Il volume, presentato a Roma il 26 marzo, narra con chiarezza documentata e, direi,con affetto, le storie di campioni, non tutti famosi, ma senz’altro personaggi particolari del mondo del pugilato , ciascuno con una personalità e una vita complessa. Perché Torromeo non ama solo la boxe, ma soprattutto la vita di quei ragazzi , provenienti da ambienti non sempre edificanti, che si misurano su un ring, lavorando e soffrendo per emergere ma che non sempre ci riescono. Alcuni protagonisti compiono talvolta azioni ingiustificabili, che pagano con anni di solitudine e incertezze per il futuro per poi tornare alla boxe perché non sanno che altro cercare e trovare. A farli andare avanti, come dice Dario raccontando di Jonny Tocco , famoso allenatore di Las Vegas, “ è il profumo della boxe. Un odore forte che penetra nelle radici e ti mette direttamente in contatto con il sacrificio”. E basta guardare il viso segnato e sorridente di Leonard Bundu, campione europeo dei welter, seduto accanto a Torromeo, per avere conferma di questo pensiero. Nato a Freetown, da papà architetto della Sierra Leone a mamma fiorentina insegnante di matematica, orfano di padre a 7 anni e trasferitosi a Firenze con la madre, italiano a tutti gli effetti, Bundu ha avuto alterne vicende con il pugilato, fino a definire, ultratrentenne, la sua carriera, a vincere il titolo continentale e a difenderlo per cinque volte. E ora, quarantenne, non ha nessuna intenzione di appendere i guantoni al chiodo.
Presentato da Federico Zamboni, specializzato in musica e sociologia, accompagnato da Giuseppe Ippoliti, attore e doppiatore che ha letto mirabilmente alcuni brani dell’opera, “Non fare il furbo, combatti” è entrato nel cuore dei numerosi presenti, che hanno applaudito, a più riprese, gli interventi di Torromeo, di Bundu, di Zamboni. Perché tutti hanno capito che Dario Torromeo, cronista del Corriere dello sport per quattro lustri, inviato a 10 edizioni dei Giochi Olimpici, vincitore del Premio Ussi Giorgio Tosatti nel 2011, ha scritto un volume sincero e appassionato, che parla di storie vere legate al pugilato ma che sottolinea, nello stesso tempo, quanto troppo spesso gli uomini siano meno” nobili”di quello che lo sport intende insegnare.
**USSI Gruppo Romano Giornalisti Sportivi



Lascia un commento