GUILLERMO Garcìa-Lopez è uno che i migliori li ha spesso battuti. Ha fatto fuori undici Top Ten in carriera, ma poi quando doveva spiccare il grande salto si è sempre fermato a un passo dall’ostacolo. Ha sconfitto Nadal, Murray, Berdych, Moya e Wawrinka. Lo svizzero dallo sguardo triste e perennemmente assonnato lo ha eliminato nel primo turno del Roland Garros. Poi si è messo al computer, è andato sul suo account di Twitter è ha fatto i complimenti all’Albacete per la promozione in seconda divisione.
Guille è fatto così. In giro per il mondo, ma sempre solidamente attaccato alle radici.
In campo fa bene tutto, ma non eccelle in nessun colpo. Anche se quel rovescio a una mano da fondocampo è arma con cui ha fatto male a tanti rivali.
La prossima settimana compirà 31 anni, da dodici è professionista. Tre titoli in bacheca (Kitzbuhel, Bamgkok e Casablanca) e il numero 23 come miglior classifica di sempre. Lunedì era 41 ed ha messo via il numero 3, l’altro svizzero che aveva su di sé i riflettori del mondo del tennis. Dicevano che sarebbe stato tra i protagonisti di Parigi. E dopo un giorno era già fuori.
Resta dentro invece questo ex ragazzo nato a La Roda Albacete, Castiglia-LaMancia, da un papà che fa l’insegnante e si porta dietro un cognome importante nel mondo dello sport: Juan Garcia Ballesteros, e da mamma Paqui Lope Cuesta: infermiera.
Lui tifa Barcellona, ma adora Zinedine Zidane. Dice di ispirarsi a Pete Sampras e Michael Jordan, di amare Il Gladiatore e il Codice da Vinci. Un tipo tranquillo che lo scorso dicembre ha però scosso il sonnolento mondo del tennis con una dichiarazione a Efe, la principale agenzia giornalistica spagnola: “L’80% dei giocatori riceve proposte illecite per truccare gli incontri.”
E’ capitato anche a lui, ha rifiutato. “Bisogna eliminare le cattive frequentazioni, gira gente che non mi piace.”
La Spagna lo segue con attenzione, ma non è certo tra quelli che hanno i riflettori puntati addosso. Nella classifica Atp sono otto i connazionali che lo precedono. Viaggia dunque di poco sopra l’anonimato. Tranne, ovviamente, sui giornali di casa che in quanto a enfasi non si risparmiano di certo.
“Oto dìa para la historia” titolava CronicaLaRonda, periodico digitale.
Se vieni da una cittadina di quindicimila abitanti e vivi un giorno da re al Roland Garros è normale che in un attimo ti trasformi in eroe che entra nella storia.
E poi l’ex ragazzo è uno che sa farsi voler bene. Sono quasi settemila i suoi followers su Twitter, mentre su Facebook si sono registrati due fan club a lui dedicati.
Guille è fidanzato con Andra Damian (foto sopra), modella rumena sbarcata in Spagna per studiare marketing all’Università di Alicante. Si sono conosciuti, si sono innamorati e lei non è più tornata a casa. Il tennis non sapeva neppure cosa fosse. E non è che adesso le piaccia più di tanto. Meglio il jet ski, le folli corse a tutta velocità sull’acqua, come anche Guillermo le ha fatto vedere.
Garcia-Lopez invece ama profondamente il suo sport.
“L’ho scoperto quando avevo dieci anni. Mi regala una felicità intensa. Ogni volta che vado in campo sono contento, credo che il lato più bello dello sport sia proprio questo. La gioia che sa darti.”
Anche stavolta ha messo a segno il gran colpo. Eliminato Stanislav Wawinka, numero 3 del mondo, vincitore in Australia del primo Slam del 2014. Lo spagnolo che viene da La Roda ha un’altra occasione per provare a saltare l’ostacolo e non fermarsi al sogno di una sola notte. Chissà…
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