
Mi piace leggere, i libri sono una delle mie grandi passioni. Così ieri ne ho comprato un altro.
Sono andato alla presentazione di un fresco di stampa e mi sono lasciato conquistare.
Si intitola Ballate stonate per nessuno in particolare, lo ha scritto Domenico Paris. Confesso subito il conflitto di interessi. È un mio amico.
Nonostante questo, non gli ho mai risparmiato critiche, soprattutto per la sua diabolica abilità a bucare appuntamenti presi settimane prima. Ma stavolta i commenti devono viaggiare soprattutto in senso positivo.
È vero, quando l’ho sentito dire che Charles Bukowski, Raymond Chandler e James Lee Burke sono gli scrittori di racconti che preferisce, ho avuto un sobbalzo. I primi due sono anche i miei autori prediletti. È stato un momento difficile da superare, in quell’attimo ho capito che nella mia vita si nascondevano angoli bui che dovevo assolutamente esplorare. L’ho annotato sull’agenda, nei prossimi giorni ne prenderò coscienza.
Ho invece avvertito un’ingenua stima per la sua sfrontatezza, quando ha detto che ama così tanto James Crumley, che vorrebbe avere come cimelio le sue mutande. Una confessione feticista che gli fa onore.
Un’ulteriore motivazione all’acquisto si è presenta subito dopo le letture di Giuseppe Ippoliti. Lui legge e tu ti cali nella scena, vedi i personaggi del dialogo, immagini l’atmosfera. Ti dimentichi di essere in una libreria e ti accomodi accanto ai protagonisti, silente testimone. È la magia di una voce che non recita, attraversa la storia come si dovrebbe attraversare la vita. Non nascondendo le emozioni.
La terza lettura è stata dunque quella che mi ha definitivamente spinto verso la cassa. Il testo parla di un attore in ascesa nel mondo del porno, dei suoi conflitti, paure, liti, amori. Qui le parole hanno la potenza e la brutalità dei pugni di un picchiatore sul ring. La ricerca tecnica, nella scelta dei termini, di uno stilista. Lo stesso senso della vita, drammatico e spietato, di un atleta che insegue un obiettivo. No, non rovinerò la sorpresa raccontando la trama dei nove racconti che compongono il libro. Aggiungerò solo qualche altra parola sul perché l’ho comprato.
Ieri si è parlato tanto di musica e teatro. Domenico Paris è travolto da entrambe le passioni. La prima è una vera e propria malattia, il suo libro è pieno di musica. Dà il ritmo a ogni capitolo, avvolge i personaggi, crea l’atmosfera, spinge il lettore ad andare avanti, avanti, sino alla fine di queste pagine che rappresentano un intrigante viaggio nella realtà, la libertà concessa alla propria voglia di esplorare. Magari un po’ bevuto come Bukowski, attento alla descrizione dei protagonisti e ai particolari della scenografia come Carver. Sicuramente pieno di sincera passione.
No, non sto facendo paragoni.
E poi, anche stavolta ho un paio di cose da rimproverargli.
Ha detto che dopo avere scritto tre libri di pugilato sentiva il bisogno di cambiare, temeva di essere identificato come uno scrittore di genere, uno che metteva in fila racconti sportivi su atleti famosi. E no, da una vita mi batto contro queste definizioni.
Il dottor Zivago non è un trattato di medicina, come Il vecchio e il mare non è un libro sulla pesca. Scrivo anch’io, in confini enormemente più ristretti dei territori percorsi dai fenomeni che ho nominato (non era neppure il caso di precisarlo, ma conosco i miei polli). Pesco (raddoppio l’uso del verbo a poche parole di distanza e me ne frego della ripetizione) nel mondo del pugilato. Coinvolgo nella storia pugili e insegnanti, scelgo come ambientazione palestre e scantinati. Ma non sono libri di boxe. Sono storie in cui la narrazione si affida a protagonisti che nella vita fanno un mestiere dannatamente duro, pieno di sfaccettature, ricco di emozioni. Proprio quello che chi scrive sogna di trovare sul suo cammino.
Stavolta lo perdono. Non posso fare altrimenti, dopo che ieri l’ho addirittura invidiato.
Ha parlato con infinita passione di musica, teatro, scrittura e lettura. E mi ha commosso. Perché non invidiare chi ha scelto come compagne di viaggio arti così passionali, intriganti, affascinanti?
Come chiusura di queste riflessioni uso una frase non mia. L’ho sentita molto tempo fa declamata da Gianluca Vialli nella trasmissione Lo sciagurato Egidio di Giorgio Porrà su Sky.
Ballate stonate per nessuno in particolare, Domenico Paris. Imparatelo a memoria, per custodirne il ricordo.
(DOMENICO PARIS, Ballate stonate per nessuno in particolare. Edizionilagru. Pagine 148, 14 euro).