
Il pugilato dilettantistico dell’International Boxing Association (IBA) potrebbe diventare il grimaldello per scardinare antiche e consolidate posizioni, per rivoluzionare il mondo dello sport e togliere al Comitato Olimpico Internazionale le Olimpiadi, anzi: per sostituire questo evento con un altro, gestito da un blocco diverso.
Fino a oggi eravamo stati ciechi, avevamo visto il dito e non la Luna.
Duncan Mackay, il fondatore di insidethegames.biz (stimato sito mondiale di notizie e approfondimento) ha tolto il velo e mostrato al mondo le grandi manovre.
Il ministro per lo sport russo Oleg Matysin è stato ricevuto a New Delhi, in occasione dei Mondiali femminili, come ospite d’onore e trattato con tutte le attenzioni riservate a un VIP.
Sembra si stia muovendo con l’obiettivo di coinvolgere l’Eurasia in una guerra di potere, scardinare la storia olimpica e crearne una nuova. I Giochi della Shanghai Cooperation Organizzation (SCO) ne dovrebbero prendere il posto. La Russia si è detta disponibile a ospitare la prima edizione.
Il blocco di potere che muove il tutto poggia su Russia, Cina e India. Tre tra i più popolati Paesi del mondo, grandi potenze economiche, alleate e pronte a lavorare assieme. Con loro si sono già schierate, Kazakhistan, Pakistan e Uzbekistan. Oltre a Kyrgystan e Tajiikistan. Stanno riflettendo Egitto, Qatar, Arabia Saudita e Turchia. L’operazione di proselitismo prosegue, l’Africa potrebbe presto annunciare la sua adesione.
Il primo sport ad aprire al nuovo mondo dovrebbe essere il pugilato di Umar Kremlev. Russo, amico di Vladimir Putin e di Oleg Matysin, sponsorizzato dalla Gazprom, pronto palesemente allo scontro.
I lavori sono in corso.
Lo sport non è un’entità astratta, avulsa dalla società in cui opera. L’evento agonistico è la vetrina che inganna. Tutto quello che gli gira attorno è di ben altra natura. Sono soldi, potere, gestione delle alleanze, affari, comunicazione, immagine. È la politica nella sua completezza, nella sua veste peggiore.
L’International Boxing Association, appoggiata dai Paesi che ne condividono la politica, sarebbe la leva su cui fare forza per ribaltare il sistema. Il foro attraverso il quale incunearsi.
Il presidente del CIO, Thomas Bach, lo sa. A Losanna e dintorni non si vivono giorni tranquilli.
O con noi, o contro di noi.
L’attacco è partito.