
Teniamoci stretti Tyson Fury e Olexsandr Usyk, tutto il resto è noia.
Frank Warren sta cercando di chiudere l’accordo per la disputa del mondiale unificato il 17 dicembre a Riyad, in Arabia Saudita. Un solo campione, riconosciuto da tutte le maggiori sigle (Wbc, Wba, Ibf, Wbo, Ibo). Se il match non si dovesse fare e i due mantenessero fede alle loro dichiarazioni, non combattendo più, si tornerebbe alla frantumazione del titolo. E i pretendenti alla corona non sono né giovani, né fenomeni. Le classifiche di TBRB, boxrec e The Ring non hanno under 30 nella Top Ten.

WBC
Joe Joyce e Joseph Parker si affronteranno il 24 settembre a Manchester. In palio, forse, il titolo Silver Wbc. Ma se dopodomani, venerdì 26 agosto, Tyson Fury dovesse confermare il suo proposito di ritiro, potrebbe diventare ancora più importante. Potrebbe assegnare la cintura oppure designare lo sfidante di Deontay Wilder (ancora numero 1 dell’Ente) per lo stesso traguardo.
IBF
Filip Hrgovic ha sconfitto, con un risultato ai punti molto contestato, il cinese Zhang la notte di Usyk vs Joshua a Jeddah ed è saldamente ancorato al numero 3 della classifica. Il numero 1 non è stato assegnato, il 2 è il 43enne cubano Luis Ortiz che il 4 settembre a Los Angeles affronterà Andy Ruiz jr, che non è in graduatoria. Nessuno dei tre scatena entusiasmo.
WBO
L’ultima Top Ten vede ai vertici: 1. Joe Joyce, 2. Joseph Parker, 3. Anthony Joshua, 4. Frank Sanchez. Anche qui niente che faccia sognare.
IBO
Classifica senza segnali di speranza: Joshua, Joyce, Parker, Whyte, Ortiz.
Tutti gli elementi citati finora sono over 30, più di uno over 35. Non rappresentano certo il futuro della categoria. In giro di giovani pesi massimi già formati, under 27, non ce ne sono. Tranne uno.
WBA
Daniel Dubois (foto in alto) è il campione del mondo. Perché l’Associazione prevede: supercampione Usyk, campione Dubois, campione gold Helenius. L’inglese ha sconfitto Trevor Bryan in giugno e si è preso il titolo. Per prendere i soldi della borsa ha invece dovuto aspettare sino a qualche giorno fa e solo la decisione di un tribunale ha costretto il 91enne Don King a pagare parte di quanto dovuto, circa 400.000 dollari.
Dubois compirà tra poco 25 anni, è nato a Greenwich vicino Londra, il 6 settembre del ’97. Dave, il papà, lo ha portato in palestra. Come ha fatto anche con Caroline, la sorella minore che ha rappresentato l’Inghilterra ai Giochi di Tokyo 2020. Undici figli, un solo genitore. Daniel è un ragazzone di 1.96 per un peso che si aggira sui 115 chili. Ha un record di 18-1-0 con 17 ko. Picchia forte, ma nell’unica sconfitta ha subito una dura punizione da Joe Joyce, rimanendo ferito in modo grave all’occhio sinistro.
Ha pugno pesante, ma mostra una boxe ancora in evoluzione. Ci sta lavorando su con il coach Shane McGuigan. È un buon pugile, al momento non mi sembra possa però ricoprire il ruolo di salvatore della categoria. Come non mi sembra possano farlo Hughie Fury (27 anni) e Michael Hunter, citati come possibili sfidanti in un’eliminatoria il 29 ottobre.
I pesi massimi hanno, a mio avviso, due grandi campioni. Il resto è un panorama di buoni pugili, qualcuno è anche di un livello superiore, ma mai abbastanza per portare al gruppo quella grande popolarità che la storia ha sempre riservato alla categoria. AJ è stato sotto questo aspetto un protagonista, ha smosso e comandato il mercato inducendo gli investitori a pesanti sovvenzioni. Uscito di scena (almeno temporaneamente, come le tre sconfitte negli ultimi cinque match farebbero pensare) a reggere la fiaccola sono rimasti loro due.
Vedere Tyson Fury contro Olexsandr Usyk mi incuriosirebbe molto, anche se sinceramente direi che il britannico partirebbe decisamente favorito. Ma su questo ci sarà tempo di parlare, se mai il match si dovesse fare. Peggio sarebbe non vederlo realizzato. Significherebbe, a mio parere, la condanna all’anonimato per la categoria regina. Per quanto tempo? Non so…