
Peccato.
Alfred Commey avrebbe meritato questo europeo.
Anche in finale, contro il serbo Agejev Artjom, ha dimostrato di essere il migliore del lotto.
Tre riprese, uno sbaglio. Un calo di concentrazione nel secondo round. Fuori misura, attacchi da troppo lontano, errori quando il jab destro finiva a qualche centimetro dal bersaglio e (di conseguenza) il gancio sinistro a seguire non andava a segno. Ma soprattutto boxando fuori tempo subiva i pugni di incontro del rivale. Che si aggiudicava la ripresa.
Ma, diciamocelo francamente, era una su tre. Le altre due senza dubbio le vinceva l’azzurro. Più attivo, più preciso, più concreto. L’altro, il serbo, legava in continuazione. Era l’unico modo per frenare la pressione di Commey.
Il primo round era quello più chiaramente a favore di Alfred, l’unico dei due pugili sul ring ad avere messo a segno colpi importanti. Netta, chiara la sua supremazia vista però solo da tre giudici su cinque. E quando nel secondo round i verdetti si invertivano (4-1 per il serbo) si capiva che per portare a casa l’oro dei sogni avrebbe dovuto finire prima del suono del gong.
Peccato.
RISULTATO – Mediomassimi (80 kg) Artjom (Serbia) b. Commey 4-1 (29-28 28-29 29-28 30-27 29-28).