Beatriz Iasmin Ferreira è più forte di Alessia Mesiano (a sinistra nella foto), probabilmente avrebbe vinto qualsiasi tattica l’azzurra di Latina avesse adottato. Ma andare a cercare la brasiliana non mi è sembrata la migliore delle scelte. Non solo accettare la corta distanza, ma addirittura proporla come unica tattica di combattimento. Una strada che conduceva verso la peggiore conclusione possibile. Un dominio netto, imbarazzante, vistoso nel punteggio e nella dinamica dello svolgimento del match da parte della Ferreira.
Alessia (contata dopo un preciso gancio sinistro nella seconda ripresa) si è consegnata. È entrata nel giardino di casa di Beatriz, lì dove la Ferreira conosce ogni angolo, ogni trucco, ogni segreto. Più veloce, più tosta nei colpi, più attiva nella distanza ravvicinata, la piccola ma incredibilmente tosta sudamericana ha imposto la sua legge. Non a caso porta nel suo curriculum l’oro ai Mondiali del 2019 e l’argento ai Giochi dello scorso anno a Tokyo. Non a caso amici e parenti la chiamano con affetto la Bestia. È un tank che non si ferma mai e tutto travolge.
Boxare dalla media distanza, provare a colpirla d’incontro quando sarebbe venuta avanti, quasi certamente non avrebbe cambiato il risultato, ma avrebbe forse evitato di consegnare ogni istante del combattimento alla brasiliana.
Detto questo, non si deve dimenticare che è stato un buon Mondiale per Alessia Mesiano, la medaglia di bronzo (la terza conquistata in un campionato iridato dalla pontina) è il giusto premio per una trentenne che è tornata sul podio sei anni dopo l’ultima esperienza.

RISULTATO (Mondiali donne, 60 kg, semifinale) Beatriz Isamel Soares Ferreira (Brasile) b. Alessia Mesiano (Italia) 5-0 (30-26 30-26 30-25 30-27 30-26).