
Irma Testa vince ancora. Un verdetto pienamente meritato, ma sofferto nelle dimensioni e nello svolgimento del match. Ha sconfitto Sitora Turdibekova, uzbeka, vincitrice dei campionati asiatici lo scorso anno. Irma ha vinto di misura come dicono i cartellini. L’ha fatto mostrando il meglio di sé quasi esclusivamente nel secondo round. Lì abbiamo visto cosa potrebbe fare, peccato lo faccia con grande parsimonia. Schivate millimetriche, rientri che sono il trionfo della scelta di tempo e della giusta distanza, ganci e diretti. È questo il tesoro che si nasconde dentro la ragazza di Torre Annunziata, un tesoro che solo in qualche occasione accetta di mettere in mostra.
Boxa al risparmio. E ha ragione lei, almeno sino a quando vince. È una tattica perfetta per evitare di prendere colpi e portare a casa il risultato. Poi però accade che il match, o l’avversario. pretendano che salga un gradino, alzi il livello del suo pugilato.
Perché, è tutto vero. È stata la prima italiana a cimentarsi in un’Olimpiade, la prima a vincere una medaglia ai Giochi. Ma è troppo brava per accontentarsi di questo. Irma Testa ha talento, capacità tecniche, ritmo e velocità. È una campionessa che può mirare a qualsiasi risultato. Salire sul podio è un confine che non le può essere imposto. Lei ha le armi per issarsi ancora più su, fino al gradino più alto.
Per ottenerlo, il massimo intendo, perché è questo lo spazio in cui una come lei deve combattere, deve fare uno scatto in avanti. Non può rischiare anche contro chi è decisamente meno brava di lei. Non un rischio sul piano fisico, perché questo sinora non è mai accaduto, ma su quello del risultato.
Bisogna avere rispetto del proprio talento, rendergli giustizia.
Irma appartiene al mondo delle campionesse ed è con loro che deve stare. Sempre.
Mercoledì, in semifinale, affronterà l’indiana Manisha.
RISULTATO (Mondiali donne, quarti di finale, 57 kg) Irma Yesta (Italia) b Sitora Turdibekova (Uzbekistan) 4-1 (30-27 29-28 28-29 30-27 29-28).