
Cuba ha vinto quattro ori e un bronzo all’ultima Olimpiade, Tokyo 2020. È salita sul gradino più alto del podio con Andy Cruz (leggeri), Roniel Iglesias (welter), Arlen Lopez (mediomassimi) e Julio la Cruz (massimi). Bronzo per Lazaro Alvarez nei piuma.
Il campione che mi ha incantato è un ragazzo dalle grandi doti tecniche, uno che sul ring si muove con leggerezza e velocità.
Nelle palestre di tutto il mondo c’è sempre un maestro che guarda negli occhi il suo allievo e gli dice: “Ragazzo mio, devi essere veloce di braccia, non offrire mai un bersaglio fisso, muoverti in continuazione, sgusciare via. E i colpi, i colpi devono essere scattanti, esplosivi”.
Il ragazzo ricambia lo sguardo, sorride, mormora qualche parola per fare capire al maestro che è tutto chiaro. Ma dentro di sé si chiede come farà mai ad accontentare l’esigente coach.
Andy Cruz quel dubbio non l’ha mai avuto. Lui riesce a muoversi sul ring esattamente come ogni vecchio insegnante in ogni angolo di qualsiasi sconosciuta palestra vorrebbe.
Andy Cruz è un campione. Ha vinto tre ori ai Mondiali e due ai Panamericani. Ha un record di 137 vittorie e solo 8 sconfitte. L’ultima nel 2018. È un pugile di eccezionale talento, a 23 anni ha l’esperienza di un veterano. Ha cominciato da gallo, ora boxa sette chili sopra quel peso.
A Tokyo ha vinto una sfida incerta, una finale di grande spessore tra i pesi leggeri contro lo statunitense Keyshawn Davis.
È un fuoriclasse.