
Monzon era entrato nella palestra di Amilcar Brusa nel 1960. Da quel momento i due sarebbero stati sempre assieme. Brusa sarebbe mancato soltanto tre volte all’angolo del suo allievo, perché impegnato con qualche altro pugile in giro per l’Argentina. Non ci sarebbe stato contro Antonio Aguilar, Felipe Cambiero e Alberto Massi (foto sopra). Le uniche tre sconfitte di Carlos in novantanove match da professionista.
La notte del 9 aprile 1964, Carlos Monzon apriva il primo capitolo della sua terza vita. Perdeva da Alberto Massi, un giovanotto di 24 anni che gli amici di Rio Cuarto chiamavano Pirincho e che Carlos chiamava con spregio el gordo. Il Ciccione. Avevano combattuto a Cordoba. Monzon era più alto e più bravo, ma aveva perso.
«Non è vero. La verità è che sono stato derubato. L’ho battuto ogni volta che l’ho affrontato».
Alla fine sarebbero stati quattro i loro match, tre verdetti avrebbero parlato in favore del mito di Santa Fe.
Alberto del Carmen Massi, all’epoca cameriere (poi diventerà muratore e successivamente fuochista su una nave), era stato campione militare e aveva vinto i primi due match da professionista. Niente di speciale, il record di fine percorso l’avrebbe confermato.
Giovane, inesperto e senza grandi potenzialità. La vittoria contro il santafesino sarebbe stato il ricordo più bello di una carriera anonima. Se lo sarebbe portato dietro per sempre, non l’avrebbe mai lasciato.
Yo le gané a Carlos Monzón.
L’avrebbe scritto anche sul biglietto da visita, se solo ne avesse mai avuto uno.
All’angolo di Escopeta non c’era Amilcar Brusa, il maestro era a Santa Fe per assistere Roberto Chetta, che affrontava Federico Thompson. Per sostituirlo erano saliti sul ring addirittura in tre: Genaro Ramusio, Alfredo Luna, Manuel Hemida. Ma l’omone non aveva sostituiti. Era unico.
Terza sconfitta da professionista.
La prima, il 28 agosto del 1963, era arrivata all’ottavo match, gliel’aveva inflitta Antonio Aguilar (imbattuto dopo 16 incontri, 27 anni). Uno che avrebbe combattuto anche in Italia. Nel suo record due sconfitte con Sauro Soprani, una con Carlo Duran e un successo su Luciano Sarti.
L’altro vincitore del futuro campione del mondo si chiamava Felipe Cambeiro: uno spagnolo, naturalizzato brasiliano che (il 28 giugno del 1964) aveva messo tre volte al tappeto Monzon sul ring all’interno dell’Auditorium Tv di Rio de Janeiro. Il perché di quella sconfitta così pesante, sarebbe stato reso noto solo molto tempo dopo. Carlos aveva combattuto con la mano destra infortunata, a partire dal secondo round.
Contro Massi, morto lo scorso anno, il terzo stop.
Era il 9 ottobre 1964.
Sarebbe stata l’ultima sconfitta sino a fine carriera, quasi tredici anni dopo.