Mondiali. Cavallaro, un duro alla Eastwood, sogna in grande

Una medaglia vuol dire fiducia. Due aiutano a vedere il futuro meno nero. Parigi 2024 è lontana tre anni, avremo tempo per capire cosa possa dare ai Giochi la coppia, Salvatore Cavallaro (a sinistra nella foto) e Aziz Abbes Mouhiidine, che ha riportato l’Italia sul podio di un Mondiale dopo otto anni di pane secco, sberle simboliche e digiuno prolungato.

Quando vedo Salvatore Cavallaro salire sul ring, mi sembra di avere davanti Clint Eastwood in Gran Torino. La scena? Quella in cui incontra i bulli. Avete presente? Lui arriva, fissa quei tre e dice: “Avete mai fatto caso che ogni tanto si incrocia qualcuno che non va fatto incazzare?”
Pausa.
“Quello sono io”.
Ecco, il catanese ha proprio quella faccia lì. Niente paura, tanta determinazione.
Boxa con coraggio, ha temperamento. Sa tagliare la strada al rivale, blocca gli attacchi con colpi precisi, pesanti. È in fase di crescita, in alcuni momenti avrebbe la necessità di frenare e ripartire, ma sembra che il risparmio di energie non sia nei suoi programmi. Ha ritmo e condizione fisica che sostengono il suo pugilato.
Domani (ore 15:00, ring A) affronterà un rivale duro, difficile. Yoenlis Hernandez Martinez, cubano di 24 anni con tanta voglia di arrivare. L’ho visto boxare a Belgrado, a me è sembrato ottimo in fase difensiva, buono in attacco. Ha un ritmo costante per l’intero incontro, è preciso, ma non mi sembra abbia un pugno pesante.
Cubano favorito, nella speranza che Cavallaro mi smentisca.

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