
Salvatore Cavallaro, peso medio siciliano, ha cancellato uno zero che era lì da troppo tempo.
Un numero fastidioso, la rappresentazione inappellabile della disfatta di un sistema.
Nessun podio, negli ultimi tre Mondiali e nelle ultime due edizioni dei Giochi Olimpici, della squadra maschile italiana. Otto anni di digiuno.
Proprio una brutta cosa.
Cavallaro ha sofferto, ma ha vinto. Ce l’ha fatta con un verdetto di misura, ha colto la vittoria con pieno merito. Per centrare l’impresa ha fatto ricorso a determinazione, esperienza e velocità.
La prima gli è servita per credere nel successo.
Il kazako Nurkamat Rays è un pugile che ieri è sembrato rivale di medio calibro. Vero, ma il merito di questo è del medio catanese. Il kazako è uno che ha ritmo e consistenza nei colpi. Cavallaro è andato a sfidarlo sul piano della velocità, siamo così saltati alla terza componente del successo. Lo ha costantemente anticipato. Ha giocato sul filo dei decimi di secondo, pochi ma sufficienti per andare a segno senza subire il colpo d’incontro.
Rays, se attaccato, si disunisce e tende a scoprirsi. Avrebbe avuto bisogno di più tempo per pensare, Cavallaro non glielo ha concesso. I colpi dritti hanno messo in cascina punti preziosi per portare a casa il successo. E quando qualcosa andava male nella fase di attacco, ecco l’esperienza ad aiutarlo. Con questo chiudo i tre elementi che a mio avviso hanno segnato il match in favore del nostro pugile.
L’esperienza, la scaltrezza di accorciare immediatamente la distanza, di impedire all’altro di ripartire. È vero, l’azzurro si è spesso mosso su un filo sospeso tra gli ultimi piani di due palazzi. Un attraversamento pericoloso. Sempre in bilico tra il lecito e lo scorretto. Il clinch usato come arma del gioco. L’arbitro ci ha, colpevolmente, messo tre riprese per richiamare ufficialmente entrambi, perché anche l’altro non scherzava su questo atteggiamento.
Un solo momento di tensione quando il kazako ha messo a segno un colpo davvero importante, è accaduto a metà dell’ultimo round. Un montante al corpo. Non so quanto l’abbia accusato Cavallaro, di certo l’espressione del viso non ha mostrato dolore.
Ha vinto con merito il nostro peso medio. Ora è almeno medaglia di bronzo.
Giovedì 4 novembre affronterà il cubano Yoenlis Hernandez Martinez. Un ottimo pugile, migliore nella fase difensiva che in attacco. Uno scoglio duro, difficile.
Sognare non costa nulla.
75 kg (quarti) Salvatore Cavallaro b Nurkanat Rays (Kaz) 3-2 (28-27, 29-26, 27-28, 28-27, 27-28). (semifinale) Cavallaro vs Yoenlis Hernandez Martinez (Cuba) giovedì 4 novembre pomeriggi (inizio ore 13:00)