
La sentenza del giudice è arrivata prima del previsto.
Al processo visionario che ho raccontato ieri pomeriggio (https://dartortorromeo.com/2021/10/22/wallin-vs-whyte-e-la-strana-dichiarazione-di-un-teste/) mancava solo l’atto finale.
La soluzione del giallo non è stata offerta da chi avrebbe dovuto offrirla, cioè il WBC. Ma da un altro protagonista della vicenda: Eddie Hearn di Matchroom. Manager di Dillian Whyte.
In una serie di interviste con giornali, siti, tv inglesi e americane, in pratica ha detto: la questione la gestiamo noi e decidiamo quello che pensiamo sia meglio fare, eventuali danneggiati sono solo danni collaterali, non ci preoccupano. Gli affari nella boxe vanno così.
Non ha usato queste parole, ma c’è andato vicino.
Quale sarà il futuro di Dillian Whyte?
“Affronterà Tyson Fury all’inizio del prossimo anno”.
Quindi il match con Otto Wallin non sarà riprogrammato?
“Al momento non c’è interesse a farlo”.
E Otto Wallin, che si è preparato per mesi per la sfida del 30 ottobre, cosa farà?
“Gli abbiamo proposto dieci round contro Alen Babic (il testimone del processo di cui sopra, ndr). Ha rifiutato”.
Ma lui ha firmato un contratto per affrontare Dillian Whyte.
“Era una difesa volontaria, senza vincoli regolamentari. Il WBC aveva solo dato il nulla osta per il match. Lui è il numero 20 del mondo, non poteva certo essere una difesa ufficiale del titolo ad interim dei pesi massimi”.
In molti pensano che l’infortunio di Whyte sia stata solo una scusa per evitare Wallin e puntare direttamente a Fury.
“Per preparare Dillian al match, che poi è saltato, sono stati spesi soldi per il tempo in cui si è allenato in Portogallo, per gli sparring, per i viaggi. Lui ha speso giorni di lavoro, fatica, sopportazione del dolore. E poi, se avesse voluto puntare direttamente a Fury, l’avrebbe fatto due settimane fa quando il WBC ha annunciato che il campione sarebbe stato obbligato ad affrontare lo sfidante ufficiale. Non sarebbe arrivato a dieci giorni dal match per rendere pubblica la rinuncia per infortunio”.
Tyson Fury potrebbe anche non accettare il match contro Dillian Whyte.
“A quel punto penso che il WBC potrebbe togliergli il titolo e consegnarlo con una email a Dillian Whyte. Non sarebbe bello per il pugilato”.
Non so cosa pensi di fare Tyson Fury, ma mi giungono voci che intenda chiedere al WBC di diventare campione in franchise. Cioè? È l’ennesima invenzione del World Boxing Council: il campione in franchiese è il campione simbolo, quello che può godere dei particolari benefici di chi ottiene questo status. Non è obbligato a difendere il titolo nei termini stabiliti dal regolamento, può programmare l’attività a suo piacimento. A quel punto chi avrebbe problemi di collocazione sarebbe paradossalmente proprio quel Dillian Whyte che ha accesso la miccia della situazione.
Per quanto riguarda il WBC, ieri notte a Montreal ha battezzato il suo diciottesimo titolo mondiale, quello dei Bridgerweight tra Oscar Rivas e Ryan Rozicki. Presto arriveremo a una categoria ogni etto di peso…
Ma torniamo a noi.
Dillian Whyte accusa un infortunio alla spalla e dà forfait contro Otto Wallin a dieci giorni dal suono del primo gong. Quarantotto ore dopo, il suo manager/organizzatore Eddie Hearn annuncia che Whyte affronterà direttamente Fury.
Questi i fatti.
Nessuno ha interpellato il campione, nessuno del WBC ha ancora preso posizione su quale dovrà essere il prossimo match per il mondiale dei pesi massimi.
Il grande Charles M. Schultz ha fatto dire a Lucy van Pelt, in una delle sue fantastiche strisce della serie Peanuts: “Non ho mai fatto un errore in vita mia. Una volta ho creduto di averne fatto uno. Ma mi sbagliavo”.
Potrebbe essere il motto di ogni Ente che attualmente governa la boxe mondiale…