Addio Rolando Barrovecchio, grande arbitro. Giovedì i funerali

La scorsa notte, dopo una lunga malattia, ci ha lasciati per sempre Rolando Barrovecchio, uno dei grandi arbitri italiani. Aveva 81 anni. Aveva smesso giovanissimo, a 55 anni, perché all’epoca si andava in pensione dopo tre lustri di attività internazionale.
Un figlio d’arte. Arbitro il nonno, poi il padre Nello che il 21 ottobre del ’61 è stato il terzo uomo sul ring del primo Loi vs Perkins, arbitro anche il fratello Massimo: nominato due volte come il più bravo nel suo lavoro per il World Boxing Council.
Rolando ha diretto, se non sbaglio, il suo ultimo match per il titolo WBC il 16 ottobre 1993: Akim Tafer vs Anaclet Wamba per la corona dei cruiser un incontro disputato in Francia.
È stato anche l’arbitro del rientro sul ring di Ray Boom Boom Mancini dopo la tragica morte di Duk Koo Kim, il 6 febbraio dell’83 a Saint Vincent contro George Feeney.
Di combattimenti importanti ne ha arbitrati tanti, sempre con grande professionalità e con un’abilità che lo distingueva nell’ambiente.
Nella foto in alto Rolando, preoccupato, accanto a Johnny Hard che Nicola Cirelli, a sinistra, ha appena messo ko con un destro devastante alla seconda ripresa. In quel match Barrovecchio era dovuto intervenire nel primo round per sollecitare i due a una maggiore combattività. Nicola lo aveva preso in parola.
Rolando era un tranquillo signore a cui raramente ho sentito alzare la voce, sempre discreto e ligio alle regole. Sul ring era una presenza importante, non amava i gesti plateali, a lui piaceva la sostanza.
Lascia la moglie Maria Luisa ed i figli Claudia e Giulio, a cui vanno le condoglianze di boxeringweb e mie personali.
I funerali si terranno giovedì alle ore 11 presso la chiesta di Santa Croce al Flaminio (via Guido Reni angolo via Flaminia, a Roma).

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