Che senso ha dire: Abraham ha cancellato il ricordo di Džeko?

Lo so. Mi sto imbarcando in un discorso impopolare. Tammy Abraham vive un momento di grande popolarità, ha giocato una splendida partita di esordio contro la Fiorentina. Il discorso che vado a fare si potrebbe prestare a facili incomprensioni. Ma credo che un giornalista debba raccontare quello che vede, esprimere liberamente il suo pensiero. A prescindere dai like o dai consensi che prenderà.
E allora, ecco cosa penso.
Abraham gioca 68 minuti contro la Fiorentina e il Corriere dello Sport Stadio titola

CON LE PRIME PRODEZZE ABRAHAM CANCELLA IL RICORDO DI DZEKO
(a tutta pagina, in prima)

I TIFOSI HANNO GIA’ DIMENTICATO DZEKO
(all’interno).

Dopo una spinta continua alla cessione del bosniaco negli ultimi tre anni, il quotidiano evidentemente non è ancora soddisfatto del trattamento riservato all’attaccante. Va oltre, supera i limiti del possibile.
In questo articolo che state leggendo il soggetto del discorso non è certo Abraham, e neppure Džeko. È il modo di fare giornalismo oggi.
Anche se Abraham diventasse il più forte giocatore del mondo, quanto fatto oggi dal quotidiano sportivo romano non va bene.
La fretta di proporre sentenze definitive, porta a dare giudizi trancianti a ogni partita. 
La smania di stupire porta ad allargare il contesto del discorso dal particolare all’universale.
I numeri dicono che Džeko è un grande attaccante, uno che nella Roma ha realizzato quello che (in molti casi) nessuno o pochi hanno fatto in questa società.
È il terzo marcatore nella storia della Roma, dopo Totti e Pruzzo.
È il giocatore straniero che ha segnato più gol in questa squadra.
È il calciatore romanista che ha realizzato più gol nella Coppa Uefa.
È l’autore della prima tripletta di un romanista in Coppa Campioni.
E questi sono fatti. Ma con Džeko il Corriere dello Sport e gran parte della tifoseria sembra abbiano un conto aperto. Io dico solo che confrontare una carriera fatta di risultati da record con 68 minuti di partita, non è un modo di fare giornalismo che mi piace.
E, lo ripeto, Abraham è forte, può diventare fortissimo, essere il futuro faro della Roma, una stella di livello internazionale. Ma non è di questo che sto parlando nell’articolo, in ogni statistica che si rispetti vanno messi a confronto elementi omogenei. In questo caso non è stato fatto.
Chiusura per chi ancora non avesser colto il senso del discorso.
Non ho scritto che Džeko è più forte di Abraham.
Non ho scritto che è esagerato lodare (nel contesto della partita) il calciatore inglese.
Ho solo detto che cancellare (a parole) il ricordo di Džeko è sbagliato, giornalisticamente parlando.

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