La gente spesso parla di crudeltà “bestiale” dell’uomo,
ma questo è terribilmente ingiusto e offensivo per le bestie:
un animale non potrebbe mai essere crudele quanto un uomo,
crudele in maniera così artistica e creativa.
(Fëdor Dostoevskij)
“È uno scenario in cui potrebbero essere necessari criteri di accesso alle cure intensive (e di dimissione) non soltanto strettamente di appropriatezza clinica e di proporzionalità delle cure, ma ispirati anche a un criterio il più possibile condiviso di giustizia distributiva. Uno scenario di questo genere è sostanzialmente assimilabile all’ambito della “medicina delle catastrofi”, per la quale la riflessione etica ha elaborato nel tempo molte concrete indicazioni per i medici e gli infermieri impegnati in scelte difficili”.
È scritto nella relazione tecnica della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva Siaarti.
Io l’ho letto in un articolo su repubblica.it che aggiunge.
“Fra i 15 criteri straordinari, che riguardano tutti i pazienti intensivi e non solo i pazienti infetti con infezione da Covid-19, si legge che potrebbe essere necessario porre un limite all’età di ingresso ad esempio: riservare risorse che potrebbero essere scarsissime a chi ha in primis più probabilità di sopravvivenza e secondariamente a chi può avere più anni di vita salvata.”
Dobbiamo morire. Abbiamo vissuto abbastanza. Ce lo ripetono da tempo.
E noi continuiamo a non capire.
Gli anziani sono un peso insopportabile per questa società.
Tolgono lavoro ai giovani, spazio a chi si affaccia alla vita, e adesso tolgono anche i posti letto in terapia intensiva a chi ha più di loro diritto di vivere.
Gli anziani sono uguali agli altri quando devono pagare le tasse, non mi risultano detrazioni fiscali legati all’età nella mia pensione dopo quarant’anni di lavoro.
Sono utili se tengono i nipotini quando si scatena un’epidemia come questa che stiamo attraversando; sono indispensabili quando c’è da dare una mano, quando bisogna in qualche modo contribuire a colmare i vuoti che decenni di politica sconsiderata hanno provocato.
Sono la memoria dello scempio che è stato fatto da una politica egoista, mangiona, volgare, poco attenta al futuro e molto al proprio presente.
Ci sono pochi posti in ospedale, pochi medici, pochi infermieri.
Dove eravate voi grandi pensatori che oggi decidete sul nostro futuro, dove eravate voi che ora ci buttate giù dai letti, quando questo accadeva?
Dove eravate quando venivano fatti i tagli alla sanità pubblica, ridotti gli organici in ospedale, bloccate le abilitazioni?
Il taglio degli anni di vita è l’ultima crudele invenzione degli scienziati che decidono del nostro futuro.
E nessuno urla di sdegno!
La società annuncia il limite di età in cui la vita è ancora un diritto e tutto questo finisce sui giornali nel sesto servizio a supporto del tema principale.
La condanna a morte, tale è la negazione della terapia intensiva per qualsiasi malato anziano, non merita di più.
I media avevano già dimostrato in questa situazione la loro totale incapacità a gestire l’emergenza.
Bene se devono riportare le veline del politico di turno, bene se devono raccontarci notizie per poi smentirle il giorno dopo, bene se devono raccontarci in prima pagina storie di sesso, calciatori, cantanti, Sanremo e via narrando. Assai meno bene quando c’è da fare informazione su un fatto reale, difficile da gestire, pericoloso per come l’opinione pubblica potrebbe recepirlo. E così ieri, quando il decreto non era ancora operativo, i giornalisti hanno ricominciato la corsa allo scoop dei fagioli. Hanno messo per scritto sui loro siti, sulle loro televisioni, un’istigazione alla fuga. Hanno pubblicato l’allargamento dei confini della cosiddetta zona rossa con il risultato di provocare l’esodo da quell’area a rischio. Il contagio potenziale, e purtroppo anche reale, è stato resto libero dalla incoscienza, incompetenza, faciloneria di una massa di mestieranti (non chiamateli, per favore, giornalai perché offendereste una categoria di grandi lavoratori in enorme difficoltà) che non ha pensato alle conseguenze.
E accanto a loro, non dimentichiamolo, c’è colui/colei che ha passato ai mezzi di comunicazione la bozza del decreto. Non sono un avvocato, ma credo che in questo atto, in una situazione come quella che stiamo vivendo, si configuri un reato. Che andrebbe perseguito.
Ma i pensieri al momento sono altri.
Non contenti di distribuire alla nazione, con un certo senso di sollievo, il dato statistico che la stragrande maggioranza di decessi è da classificarsi nella fascia over 70 anni, inseguono qualcosa di più definitivo.
Stanno cercando un modo per ridurre ancora di più il peso sociale dell’epidemia.
E sembra che l’abbiano trovato. Buttiamo a mare la zavorra. Tagliamo le possibilità di cura agli anziani.
Io vi consiglio una via più veloce.
Uccideteci tutti.
Ma fatelo in fretta, perché poi potremmo prendere finalmente consapevolezza di quello che è stato fatto sulla nostra pelle. E, ve lo dico fin da oggi, non siamo disposti a perdonare.
Mi fate tutti sinceramente, profondamente schifo. Non pensavo che avrei mai vissuto un giorno come questo.
Era un incubo, l’avete reso realtà.
Se c’è qualcuno che non merita di essere salvato siete voi che la pensate a questo modo.
Spero che il mio sogno si avveri.
Premesso che sono quasi anziano, ma che altro criterio useresti in caso di emergenza dove devi necessariamente scegliere ?