Eddie Hearn dice che potrebbe esserci in palio un guadagno di 200 milioni di dollari da dividere tra Anthony Joshua e Tyson Fury, se le parti accettassero di affrontarsi nel match di riunificazione (Wba, Wbc, Wbo, Ibf) del titolo dei massimi.
La sfida si svolgerebbe entro l’anno in Arabia Saudita.
Rappresentanti dello stesso gruppo che ha contribuito all’allestimento della rivincita tra AJ e Andy Ruiz jr erano a bordo ring dell’MGM Arena a Las Vegas, sabato notte quando Fury ha dominato Wilder ed è tornato campione.
Le difficoltà attorno alla realizzazione del progetto sono due.
Deontay Wilder, come da contratto, ha tempo fino al 24 marzo per chiedere un terzo match.
Attorno a lui però crescono i dubbi. Nei due incontri, a parte i momenti del doppio knock down del primo combattimento, l’unico protagonista della scena è stato Tyson Fury. L’americano è stato letteralmente dominato dal britannico. Il modo in cui ha perso l’altra notte a Las Vegas è stato così netto da risultare imbarazzante. Ha tempo per decidere. Soldi e orgoglio potrebbero spingerlo a presentare la richiesta.
Il secondo punto a sfavore della messa in atto del progetto Joshua vs Fury è rappresentato dal clan del britannico. Frank Warren, in una dichiarazione ufficiale, ha detto che la divisione delle borse dovrebbe essere: “Trenta per cento Joshua, 70% Fury”. Il che, anche se si tratta chiaramente di una provocazione, rende difficile la trattativa.
In aggiunta Bob Arum, che gestisce gli interessi del neo campione del Wbc ha dichiarato a Business Insider: “I match in Arabia Saudita uccidono lo sport, i promoter devono realizzarli nei mercati di boxe consolidati come gli Stati Uniti o il Regno Unito. Lo dobbiamo ai tifosi.”
Il mondo dei pesi massimi aspetta questo evento, non realizzarlo sarebbe davvero una colpa senza possibilità di riscatto.
