La WADA attacca lo sport russo, la boxe rischia di rimanere senza casa

Il Comitato di revisione della conformità dell’Agenzia mondiale antidoping (CRC WADA) ha raccomandato di vietare lo svolgimento dei tornei internazionali in Russia, ha raccomandato anche  di vietare l’esposizione della bandiera russa nelle competizioni per quattro anni. Il Comitato ha altresì proposto di ammettere alle competizioni internazionali solo gli atleti russi che abbiano dimostrato di non essere coinvolti nel mancato rispetto del codice WADA.
La WADA esaminerà le raccomandazioni del Comitato di revisione della conformità in merito allo status dell’Agenzia russa antidoping (RUSADA) in una riunione del Comitato esecutivo fissata per il 9 dicembre a Parigi.
Il segretario della federazione pugilistica russa, e membro del Comitato Esecutivo dell’AIBA, Umar Kremlev ha detto: “Queste raccomandazioni sono ingiuste, ma i dirigenti sportivi russi e i leader delle federazioni sportive sono i responsabili dell’attuale situazione nei confronti della WADA”.
Se l’Agenzia Mondiale Anti Doping farà proprie le raccomandazioni del Comitato di revisione di conformità, molti sport saranno colpiti, ma il più colpito di tutti risulterà il pugilato.
Non è un caso che quest’anno entrambi i Mondiali siano stati organizzati proprio in Russia: il maschile a Ekaterinburg, il femminile a Ulan Ude.
È il Paese con le maggiori risorse economiche e con la maggiore disponibilità di investimenti.
Bloccata la Russia, la boxe olimpica resterebbe senza casa.

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