Fadda scippata! Ma a forza di gridare “Al lupo, al lupo”, chi ci crederà?

Ogni sconfitta, la stessa lamentela.
“Ha perso immeritatamente, colpa di giudici incompetenti o in malafede”.
L’abbiamo letta una, due, dieci, cento volte.
Il dubbio è durato poco, diciamo neppure un mese, poi nessuno ha creduto più alle continue proteste, alle grida di ingiustizia.
È accaduto però che nel primo turno dei Mondiali femminili che si sono appena aperti in Russia, un’atleta italiana sia stata davvero scippata della vittoria.
Lei si chiama Camilla Fadda e combatte al limite dei 51 chili.
È un po’ scomposta in fase di attacco, sbraccia in eccesso e a volte porta i colpi senza l’aiuto delle gambe. Ma ha temperamento, un grande ritmo e mette a segno serie consistenti.
Affrontava la mongola Altantsegtseg Lutsaikhan.
L’azzurra ha dominato il primo round, in cui ha imposto un conteggio alla rivale.
Ha vinto nettamente il secondo, un suo diretto destro ha mandato al tappeto l’avversaria ma l’arbitro serbo Vicicevic ha interpretato il fatto come una scivolata.
Si è aggiudicata, meno nettamente perché in affanno, anche la terza ripresa.
Io avevo 30-27 per lei. Come due dei cinque giudici.
Gli altri tre stilavano un incredibile cartellino che premiava 29-28 la mongola.
Proteste del clan italiano.
Mi domando, quanti crederanno davvero che ingiustizia è stata fatta?
A forza di gridare al mondo intero di continui soprusi subiti, chi presterà orecchio alle lamentele che stavolta saranno totalmente lecite?
E chi racconterà a Camilla Fadda la verità?
Lei sì che aveva vinto, e nettamente. Ma il criterio di valutazione che andranno ad offrirle sarà reso meno credibile dal modo in cui nel recente passato sono state giudicate altre sconfitte dal clan italiano.
Peccato. Il lupo stavolta è arrivato davvero e ha tolto il sorriso a una giovane ragazza che meritava di andare avanti.
Riflettete gente, riflette.
In un villaggio viveva un pastorello che di notte faceva la guardia alle percore del padre. Si annoiava e quindi, aveva deciso di fare uno scherzo: mentre le altre persone erano a dormire aveva cominciato a gridare: “Al lupo, al lupo!”, così tutti si erano svegliati ed erano accorsi per aiutarlo. Ma il pastore burlone aveva rivelato loro che si era trattato di uno scherzo.
Lo scherzo era andato avanti per parecchi giorni, fino alla notte in cui un lupo era davvero arrivato. Il pastore aveva preso a gridare: “Al lupo, al lupo!”, ma nessuno era venuto ad aiutarlo perché tutti avevano pensato che fosse il solito scherzo.
Così il lupo aveva potuto divorare tutte le pecore
(favola attribuita ad Esopo).

 

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