Avere del talento significa
capire che si può fare di meglio
(Antoine Albalat)
Irma Testa è stata eliminata al primo turno dei Mondiali femminili in corso di svolgimento in India. L’ha battuta l’inglese Paige, che era all’esordio su un palcoscenico così importante.
È la quarta sconfitta dell’azzurra negli ultimi cinque match.
Sarà il caso di porsi qualche domanda, invece di continuare a ficcare la testa nella sabbia. La ragazza ha solo vent’anni, ha talento e un’ottima base tecnica di partenza grazie agli insegnamenti del maestro Lucio Zurlo alla Boxe Vesuviana.
Eppure, a livello assoluto, non gliene è andata bene una nei tornei importanti.
Da youth è stata argento mondiale, da junior i Mondiali li ha vinti ed è stata anche proclamata “la più brava dei campionati”. Ha conquistato l’argento all’Olimpiade giovanile del 2014, nonostante tre settimane prima del debutto fosse stata ricoverata d’urgenza in ospedale e nella stessa notte operata di appendicite.
Era una ragazza talentuosa a caccia di conferme quando ha fatto il salto di classe per andare a combattere tra le grandi.
Unica azzurra a qualificarsi per un’Olimpiade, è sbarcata a Rio con un record di 54-9-1. È uscita al secondo turno e da quel momento in poi le soddisfazioni sono state davvero poche. Dai Giochi a oggi ha messo assieme un record di 29-9-0, numeri non al livello delle aspettative.
Che è accaduto?
L’enorme differenza tra il rendimento del periodo youth/juniores e quello di oggi è imbarazzante. Eppure non leggo alcuna analisi sul tema all’interno della struttura federale.
Europei, Mondiali e Olimpiadi. Sono questi gli appuntamenti che contano. Tutto il resto serve solo come preparazione, fisica e mentale, in vista di quei tre momenti decisivi.
Gli obiettivi sono chiari, inutile raccontare favole.
Sperperare un talento è peccato mortale. Quando i risultati non arrivano bisognerebbe prenderne atto e indagare su eventuali errori commessi. Dall’atleta, dai tecnici, dai dirigenti. Tutti sotto esame per questo biennio fallimentare.
Ho invece la netta sensazione che si pensi sempre e comunque a trovare la giustificazione alla singola prestazione negativa, come è accaduto a Rio, invece di cercare di capire quale realmente sia il problema nella sua globalità.
Continuando a osservare il dito, non vedranno mai la luna.