Serena annuncia il ritiro. Un ricordo e una vecchia intervista…

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Serena Williams si ritira. Ha 40 anni e gli US Open saranno l’ultimo atto di una carriera in cui ha vinto 73 titoli (tra cui 23 Slam) e guadagnato 94.588.910 dollari in prize money. Ha debuttato nel 1995. Dopo la sua ultima vittoria al Billy Jean King National Tennis Center, nel 2014, ho scritto questo pezzo. Serena nel 2017 ha sposato Alexis Ohanian. Hanno una figlia, Alexis Olympia di cinque anni.

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Serena sa gestire la rabbia, sa trasformarla in una forza devastante. Per carità, come tennista è capace di mille altre cose ancora. Ma a me piace soprattutto per questa. È la caratteristica dei fuoriclasse: fare di un difetto la propria virtù.
Ha vinto un altro US Open.
Era ancora diciassettenne quando nel ’99 è andata a prendersi il primo. Una vita fa. Tanto per fissare meglio il trascorrere del tempo, ricordo che era l’anno in cui Silvia Baraldini tornava in Italia dopo averne passati diciassette in un carcere americano. Era la stagione magica in cui RobertoBenigni vinceva tre Oscar con “La vita è bella”.
Serena aveva i capelli in stile afro, con mille perline a ornare le trecce, grandi cerchi in oro come orecchini.
E non era proprio “figa” come si definiva nelle interviste, ma piaceva a tanti.
Domenica, dopo il successo a New York, ha ribadito il concetto.
Sono una ragazza molto, molto divertente. E sono anche super carina.”
Qualche chilo lo ha perso, le curve sono più delineate. Ma senza esagerare.

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Al suo aspetto fisico la più piccola delle sorellone ha sempre dato un gran valore. Ha avuto il merito di sdoganare la bellezza grandi forme. Sono in molti ancora oggi a non apprezzare un fisico abbondante, ma lei ha sempre lottato e alla fine si è imposta.
Pubblicità a sfondo sexy, foto nuda (e ritoccata) su ESPN Magazine, pose da predatrice su Sports Illustrated.
Se girate sul web e cliccate “Serena Williams bikini” sarete sorpresi nello scoprire che a quel semplice comando corrispondono 4,5 milioni di risultati. Non si nasconde, non ha paura di esporsi. Anzi, sembra che questa ricerca continua della sensualità sia una sorta di sfida a chi per tanto tempo le ha rovinato la vita.
Non è stato facile accettare il mio fisico in questa società in cui sembra esistano solo i magri, ma ora posso dire di amare il mio corpo: nessuna atleta ha un seno come il mio. Ho imparato ad apprezzare le mie curve.”
Il web, sia sa, è feroce, aggressivo, cattivo.
È solo un uomo con due grosse tette!” è stato il commento più pacato.

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Serena è arrivata ad accettarsi dopo un lungo percorso, fatto anche di sofferenze profonde. L’ha confessato nella sua biografia.
Un mio ex ragazzo mi ha strappato il cuore a metà. La cosa peggiore di quella storia era il fatto che mi aveva lasciato pensare che il lato sbagliato fossi io. Mi aveva lasciato pensare che fossi brutta. Spero rimpianga il modo in cui mi trattava. Vorrei restare nella testa di quel ragazzo, essere un ricordo costante di ciò che aveva e che ora ha perso. Vorrei ricordargli in ogni momento il modo squallido in cui mi ha tartassata. È stata davvero dura levarmi tutta quella sporcizia che mi aveva lasciato dentro.
Lo dico senza ipocrisia, spesso nel mondo del tennis femminile il giudizio sulle atlete è influenzato dal loro aspetto fisico. Prendete Marion Bartoli. Se avesse avuto il corpo della Kournikova nessuno si sarebbe sognato di classificarla come una giocatrice mediocre, capace di vincere Wimbledon solo per un colpo di fortuna. Alla bella russa hanno perdonato 147 tornei senza successi…

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Se dovessi lanciarmi in una classifica tecnica, scoprirei che Serena ha sempre qualcuna davanti a lei nella storia.
Martina Navratilova serviva meglio, Monica Seles aveva più classe, Steffi Graf era più atletica, Chri Evert era più elegante.
Ma se prendessi tutto il pacchetto non potrei non inserire la Williams nella corsa al titolo di “più forte della storia”. Anche perché ho sempre ritenuto che “classificare la migliore di sempre” sia un gioco, o poco più.
E se proprio dovessi accostarla a Mike Tyson, come altri hanno più volte fatto, lo farei per qualcosa che davvero li unisce. Non il fisico possente, né quella potenza devastante che intimidisce. Quello che per me avvicina Serena a Iron Mike è la voce. Una vocina dolce, flebile. Sembra impossibile possa nascere da un fisico così pieno di muscoli.
Come il pugile, anche lei è a caccia di nuove conquiste.
Lui è stato il più giovane campione del mondo dei massimi, lei la più anziana vincitrice degli US Open (domenica ha vinto l’ultimo e il 26 festeggerà 33 anni). Lui ha unificato la corona della categoria, lei vuole fare qualcosa di ancora più difficile. Mettere in bacheca nello stesso anno i quattro titoli dello Slam. L’ultima a centrare l’impresa è stata Steffi Graf nel 1988. Serena aveva sette anni. C’è già andata vicina nel 2002: Roland Garros, Wimbledon e US Open. Aveva fallito solo in Australia per colpa di un infortunio all’anca che l’aveva costretta a rinunciare al torneo.
Insegue il sogno sportivo e intanto accumula ricchezza: 3,6 milioni a New York lo scorso anno, quattrocentomila dollari in più in questa stagione, le hanno fatto toccare i 61 milioni di montepremi in carriera.
Calma ragazzi, la metà finisce nelle tasche dello zio Sam.”
Vero, ma restano un’enormità.

WW

Domenica ha raggiunto Navratilova ed Evert a quota 18 Slam vinti. L’ha fatto in questo 2014, l’anno del disastro: quello in cui non aveva raggiunto neppure una finale negli tre altri grandi tornei. Messa ko dalla schiena in Australia, incapace di reggere il ritmo al Roland Garros. Poi era arrivata l’eliminazione a sorpresa in singolare e il triste spettacolo offerto in doppio a Wimbledon. Sembrava fosse fuori dai giochi. Ma la ragazza è una che non si arrende.
Come diceva Jim Morrison: “Non è forte chi non cade, ma chi cadendo ha la forza di rialzarsi.
Tennista eccezionale, ma anche conversatrice adorabile, donna dai molti interessi. Serena ha un desiderio ancora più ambizioso del Grand Slam.
Voglio essere felice, sempre più felice.”
E non necessariamente nel mondo dello sport.
Il mondo è molto, molto più grande di un campo da tennis.”
Ma ultimamente qualcosa non deve essere andata per il verso giusto e parte del progetto si è perso per strada.
Alla celebrazione del trionfo americano le hanno fatto una domanda.
Serena, sei innamorata?
Secca la risposta.
Non ho tempo per l’amore.”
L’appuntamento con la felicità, per il momento è rinviato.

WS

Un po’ di pazienza e sarebbe comunque arrivato, come detto sopra. A chiudere un’intervista che le ho fatto a Roma, alla vigilia degli Internazionali d’Italia 2010. Eravamo al bar del Foro Italico. Mi sento in dovere di avvertire, in questa intervista si parla molto poco di tennis.

Serena, in campo offri sempre l’immagine di una ragazza dura, tosta. Ma quando esci da quel rettangolo sembra che ti senta più a tuo agio nella parte di una donna carica di sensualità. Come riesci a cambiare così in fretta personalità?
«In campo sono Serena Williams, fuori sono solo Serena. Due persone totalmente differenti. A dire la verità sino in fondo, anch’io sono spaventata da quella Serena che gioca a tennis».
Quando rivedi i tuoi incontri, cosa pensi?
«Non li rivedo mai, non posso farlo. Mi farei paura.»
Curi la tua femminilità nei minimi particolari, ho visto che hai unghie che sono dei piccoli quadri. E’ opera tua?
«Ho studiato per renderle attraenti.»
Mi stai dicendo che sei andata a una scuola per manicure?
«Certo, e non per gioco. Ho fatto molte lezioni, sono arrivata fino al diploma. E’ una cosa difficile, ma sicuramente divertente. Devi scegliere i colori, trovare gli accostamenti, aggiungere i brillantini. Ti senti in qualche modo un’artista.»
Sei una persona famosa, avrai conosciuto tanta gente. Tanti ragazzi. Quale è stato il più figo che hai incontrato nella tua vita?
«Non ho dubbi, Leonardo Di Caprio.»
Cosa ti piace di lui?
«È molto sexy. Quando lo vedo, non riesco a parlare, perdo la voce.»
Deve essere imbarazzante.
«L’ho visto tante volte e non sono mai riuscita a dire una parola. Finalmente, lo scorso febbraio, sono riuscita a dirgli “Ciao, come stai?“. Poi abbiamo parlato un po’.»
Di tennis o di cinema?
«Abbiamo parlato del suo ultimo film. Gli ho detto che mi è piaciuto, non gli avrei detto il contrario, neppure sotto tortura. Per una volta, davanti a lui mi sono comportata da persona normale.»
Ti piacerebbe essere protagonista di un remake cinematografico?
«Sì, mi piacerebbe esserlo in “Red Sonia”, la diavolessa con la spada, il film con Arnold Schwarzenegger e Brigitte Nielsen.»
Nella tua vita ci sono anche i Miami Dolphins, la squadra di Football Americano di cui tu e Venus siete tra i proprietari. Puoi dirmi che esperienze hai avuto in questo campo?
«Pochi giorni fa abbiamo avuto il draft. Le settimane che hanno preceduto le scelte dei nuovi giocatori sono state intense, ma anche eccitanti. Non solo per le decisioni di prendere. Alle riunioni dei proprietari non sapevo mai che abito mettermi. Ma quando dovevo scegliere una maglietta della squadra non avevo dubbi: l’89 (l’8 settembre è la data di nascita di sua sorella Yatoundè, assassinata nel 2003, ndr).»
Lo scorso anno hai detto: il tennis rappresenta solo il 15% della mia vita. È cambiato qualcosa?
«Il tennis è grande parte della mia vita, ma non è la mia vita. Sono una tennista, ma faccio anche altro. Ogni cosa legata alla spiritualità rappresenta per me un momento molto più importante di quanto non sia correre dietro a una pallina.»
Una volta dicevi di essere una ribelle. Oggi ti senti ancora così?
«Non più ribelle, ma libera. Come un uccello che vola nel vento.»
Ti ci vedi a giocare a tennis dopo essere diventata mamma, come ha fatto Kim Clijsters?
«No. Non so neppure come sia riuscita a farlo. Anche se quando si è ritirata aveva 23 anni e poteva provarci. Per me che ne ho 26 (ride, in realtà ne ha 28, ndr) sarebbe difficile recuperare.>>
Sogni di avere in futuro una famiglia numerosa?
«Vorrei avere quattro bambini. A essere sincera, calo un bambino ogni anno che passa.»
Parliamo di politica. Cosa pensi di Obama?
«L’ho incontrato lo scorso anno alla Casa Bianca. È bello che sia un afro americano a governare una delle più grandi nazioni del mondo. E’ bello soprattutto se pensiamo alle persecuzioni che abbiamo dovuto subire e a quello che erano gli Stati Uniti appena qualche decennio fa.»
C’è razzismo nel mondo del tennis?
«Puoi trovarlo tra gli spettatori, non tra i giocatori.»
Da noi c’è un calciatore, si chiama Mario Balotelli. Spesso viene fischiato negli stadi per il colore della sua pelle. Puoi dargli un consiglio per superare serenamente quei momenti?
«Giochi sempre al massimo per battere la squadra che ha un pubblico così retrogrado.»
Cosa pensi della storia di Tiger Woods e delle cento donne che ha avuto?
«Attorno a lui c’è stato un clima pazzesco. Mi sono detta, mai finire in una situazione del genere. Ma non voglio giudicare. E’ così imbarazzante.»
Ci racconti un altro momento in cui ti sei sentita in imbarazzo?
«Avevo un appuntamento e volevo rimanere sola con il ragazzo. Ma al ristorante sono venuti anche mia sorella e tanti amici. Si sono seduti al tavolo vicino e hanno cominciato a ridere e scherzare. Il ragazzo è rimasto in silenzio per tutto il tempo.»
Ci sono state altre occasioni in cui hai provato la stessa sensazione?
«Quando ho incontrato il principe Williams a Melbourne. È stato imbarazzante farlo aspettare, ma dovevo asciugarmi i capelli.»
È stato anche emozionante?
«Più che vincere gli Australian Open.»
Chi è il migliore tennista di sempre?
«Roger (Federer, ndr). Meglio anche di Laver».
E tra le donne?
«Io dico Martina Navratilova».
Monica Seles invece ha scelto te.
«Che cara ragazza».
Serena, quale è il sogno della tua vita?
«Essere felice il più a lungo possibile».

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