Galliani unico fuoriclasse del Milan

constant

LO CONFESSO: sono un milanista che agisce sotto copertura. Nel senso che non è facile essere del Milan alla Garbatella, quartiere di Roma. Qui l’unico verbo è quello di Totti, anche i laziali sono in minoranza. Figuratevi i milanisti. Ma da infiltrato riesco comunque a guardare in faccia la realtà, cosa che sembra non riesca invece a fare Barbara Berlusconi.

Vuole tornare ai fasti del passato e pensa che la soluzione per riuscirvi sia l’esonero di Adriano Galliani.

Nelle ultime due stagioni il Milan non ha speso poco, ha speso male”, dice lei.

Nelle ultime due stagioni il Milan ha venduto Ibrahimovic e Thiago Silva. Dico io.

La formazione che ha affrontato la Fiorentina vedeva in campo: Gabriel; Abate, Zapata, Zaccardo, Constant (foto); Muntari, Montolivo, De Jong; Birsa, Kakà, Balotelli. E quando servivano rinforzi sono entrati Saponara e Niang.

Tanto per rinfrescare la memoria a colei che i giornali chiamano Lady Barbara, le ricordo tre formazioni, senza andare molto indietro. E tutte di epoca Silvio Berlusconi presidente.

Il Milan di Sacchi: Galli; Tassotti, Costacurta, Baresi, Maldini; Donadoni, Ancelotti, Rijkard, Evani; Van Basten, Gullit.

Il Milan di Capello: Rossi; Panucci, Costacurta, Baresi, Maldini; Donadoni, Albertini, Desailly; Boban, Savicevic, Weah.

Il Milan di Ancelotti: Dida; Cafu, Nesta, Stam, Maldini; Gattuso, Pirlo, Seedorf; Kakà, Inzaghi, Shevchenko.

Notate le differenze?

Negli ultimi anni il Milan ha deciso di comprare giocatori di nome solo tra gli attaccanti. Non sarà mica perché rendono di più in pubblicità? Con una difesa che balla, al punto da subire quasi due gol a partita, l’investimento più grande (11 milioni) è stato fatto per l’acquisto di Matri.

In quanto ai soldi, l’ultima campagna acquisti è stata chiusa con un passivo di 11 milioni. Ma la precedente, comprensiva dell’arrivo di Balotelli, ha riportato un attivo di 37 milioni derivanti soprattutto dalle cessioni di Thiago Silva (42 milioni), Ibra (20) e Pato (15). Non mi sembra che ci si possa lamentare di una cattiva gestione del bilancio. Una volta, i soldi presi il Milan li reinvestiva.

Dopo undici giornate la squadra è a 10 punti dalla zona Uefa, sedici dalla zona Champions. In compenso è a tre punti dalla zona retrocessione. E con quei fenomeni di attaccanti è riuscito a fare diciassette gol. Sei squadre hanno realizzato di più, una ha lo stesso numero di reti.

Si comincia, come è costume del calcio italiano, a indicare Allegri come la radice di tutti i mali. Le colpe del tecnico sono quelle di avere avallato con la sua conferma (dopo una disdicevole vicenda con la Roma) una rosa che dovrà lottare con tutte le forze per non retrocedere.

Balotelli, che di questa squadra doveva essere il faro, ormai gioca soprattutto per se stesso.  “Vuole andare via”, dicono quelli che gli sono vicini. Ma fatemi il piacere!

Allegri, colpa questa sì da dividere con Galliani, dà l’impressione di non avere più in pugno la squadra. E questo fa sentire sicuri e privi anche del minimo senso di colpa i giocatori. Questo è un errore, non la campagna acquisti. Galliani nel suo complesso è un dirigente di valore assoluto, l’unico fuoriclasse che al momento il Milan possa schierare. Non è simpatico? Come disse una volta Fabio Capello: “Io devo essere bravo ad allenare, devo vincere non far ridere.

Lady Barbara dia un’occhiata ai nomi del Milan di oggi, poi ripassi le formazioni (e i bilanci) di ieri. Quando avrà finito, guardi qualche filmato di Ibrahimovic in campionato e Coppa col Paris St Germain e poi ci risentiamo.

La mia squadra ha un organico da media/bassa classifica. Il posto che attualmente occupa. Non vedo perché scandalizzarsi solo all’undicesima di campionato.

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