Che notte! Usyk piange, Fury insulta, il titolo torna a dividersi

Oleksandr Usyk è andato in ospedale dopo la vittoria contro Tyson Fury, così almeno scrivono i giornali inglesi. Sembra abbia una mandibola fratturata. Di certo l’ucraino si è presentato in conferenza stampa. E ha pianto. Non per il dolore, ma per la gioia regalata a chi non c’è più.
Porto con orgoglio il nome del mio papà, Oleksandr. Lui se ne è andato via per sempre pochi giorni dopo la mia vittoria all’Olimpiade di Londra nel 2012. Ogni tanto mi viene a trovare in sogno, l’ha fato anche stavolta. La notte prima del match. Mi manca. Gli ho detto: “Ehi ascoltami, tu vivi lì e io vivo qui, per favore non venire a prendermi, ti amo.”
Poi ha aggiunto,
Per me è dura quando lui viene a trovarmi in sogno. Mi ricordo ogni momento assieme della nostra vita. Lo sento vicino, come se fosse ancora qui, seduto in questa conferenza stampa”.
Ancora qualche lacrima, poi è tornato il guerriero senza paura che affronta con coraggio ogni sfida.
Meno nobili le dichiarazioni di Tyson Fury. Per carità, poteva davvero pensare di avere vinto il match. Ci sono state un paio di riprese molto dubbie, una lettura diversa rispetto a quella fatta da due giudici su tre avrebbe potuto ribaltare il risultato. Questo è un dato di fatto, ma quello che ha detto il britannico è qualcosa che non si può sentire. 
Entrambi abbiamo combattuto bene. Il suo Paese è in guerra, quindi è normale che la gente si schieri dalla parte del Paese in guerra. Non commettere anche voi lo stesso errore. Secondo me, ho vinto questa battaglia. La rifaremo ad ottobre. Complimenti Oleksandr”.
Si fosse limitato alle ultime tra affermazioni, sarebbe stato perfetto. Ma Tyson Fury è un uomo che ama il barocco, spesso si infila in situazioni con troppi orpelli. Troppi merletti. E perde di vista il punto centrale della discussione. Creo sia accaduto anche questo sul ring, l’altra notte.
Ha badato a fare spettacolo, quando avrebbe dovuto capitalizzare il suo rendimento. Nelle prime riprese ha perso tempo ed energie in sceneggiate e sberleffi. Boccacce e finte rese.
Nel frattempo Usyk costruiva il suo capolavoro.
L’ucraino ha boxato facendo continua pressione, martellando con il jab sinistro, piazzando quando possibile la botta dura con dei ganci portati da grande campione.
È stato un fuoriclasse con la rabbia che ogni pugile dovrebbe avere dentro. Una spinta emozionale senza pari. È andato a prendersi quello che pensava gli spettasse, non avendo paura in nessun istante delle dodici le riprese disputate. Quando c’è stato da soffrire, lo ha fatto ricacciando indietro il dolore. Davanti a un grande obiettivo, ogni sacrificio diventa lecito.
Ha anche avuto il merito di non lasciare a casa un’altra dote indispensabile, quella di non farsi ingolosire. La possibilità di chiudere prima del limite c’è stata. Dopo il terribile knock down del nono round inflitto a Fury, tutti pensavano che l’ucraino si sarebbe lanciato in un attacco selvaggio per chiudere il match. Non l’ha fatto, ha continuato a boxare per costruire, non per distruggere. 
Quando ha sconfitto Anthony Joshua la prima volta, ho scritto.
Credo che Usyk abbia combattuto da massimo leggero nella terra dei massimi. Con consistenza nei colpi, tanto cervello, una difesa fantastica e una fase di attacco studiata e imparata a memoria negli anni, rinfrescata nella preparazione per questo mondiale.
È andata così anche stavolta. 
In conferenza stampa, Fury è stato più sincero dei commenti a botta calda.
Come potete vedere dalla mia faccia, sono piuttosto distrutto. E lui è andato in ospedale con una mascella rotta, quindi anche lui è distrutto. Ci siamo presi a pugni a vicenda per 12 round!
Un giornalista ha chiesto a Usyk cosa pensasse della rivincita già fissata per il 12 ottobre. Lui ha risposto con un sorriso a mezza bocca.
Non mi va di pensare alla boxe in questo momento”.
Come dargli torto?
A chiudere, una notizia scritta dal giornalista americano Dan Rafael su un post del suo account X.
Il titolo unificato dei massimi resterà tale per le prossime due settimane e nulla più. Lo dice il contratto che i due hanno firmato. L’IBF imporrà la difesa in breve tempo contro Filipo Hrgovic, sfidante ufficiale. Usyk non potrà onorarla. Campo libero per l’1 giugno, quando Hrgovic affronterà Daniel Dubois. In palio il titolo IBF dei massimi”.
Si ricomincia, la giostra della boxe non si ferma mai.
A volte, e, vedrete accadrà presto, rotola all’indietro. Altre, come la scorsa notte, riempie di emozioni, passioni, gioia e rabbia chi non le ha mai negato il proprio amore. È la vita, e il pugilato ne fa parte anche se finge di appartenere a un mondo che non esiste.

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