Muhammad Ali e le notti di ottobre. All’esordio, le suona allo sceriffo (video)

Louisville 29 ottobre 1960
Cassius Clay b. Tunney Hunsaker p. 6

Ottobre, mese di grandi eventi nella vita pugilistica di Cassius Clay/Muhammad Ali. Quattro racconti, storie piene di magia, trionfi e delusioni, riscatto e dolore.

Ottobre 1974.
Tre amici seduti al bar, davanti a un bancone che aveva vissuto giorni migliori. Tom il barman, un figliolo sulla quarantina dalla lunga chioma rossa come la passione, riempiva boccali di birra in continuazione.
Anche Atlantic City, quando sarebbero usciti da quel locale ai ragazzi sarebbe sembrata bella sotto la luce delle stelle.
Amyas, un tipo tosto del sud,  a cui il papà aveva dato il nome di un artista assassinato in un romanzo di Agatha Cristie (Il ritratto di Elsa Greer), era il più giovane del terzetto. Si agitava sulla sedia e urlava come un ossesso. Ma non parlava con i due sodali, vomitava insulti verso l’immagine che lo specchio gli restituiva senza nulla togliere alla follia di quegli occhi. 
Rosso in viso per i sei boccali di birra mandati giù nell’attesa che il match in tv avesse inizio, si agitava come se non ci fosse un domani. <<festeggiava il suo compleanno,
“Evviva i miei 25!” urlava. Aveva già passato i 30 da un paio di settimane, ormai non ricordava più neppure quando fosse nato.
Continuava a raccontare una, dieci, cento volte la stessa storia all’amico Cedric che, con un’espressione triste e malvagia, lo guardava fisso negli occhi. Non muoveva neppure un muscolo della faccia. Di birre, lui, ne aveva messe via due più dell’amico.
Amyas riprendeva il racconto, ogni volta dall’inizio, ripetendo per l’ennesima volta un’identica narrazione.
“Avevo sedici anni quando mio padre mi ha portato in quell’incredibile posto, la Freedom Hall di Louisville. Era il 29 ottobre del 1960. Ricordo tutto di quel giorno. Eravamo lì per vedere l’esordio di un peso massimo della nostra città. Aveva vinto l’oro all’Olimpiade di Roma nei mediomassimi. Salito di categoria, era passato professionista. Si chiamava Cassius Clay, affrontava Tunney Hunsaker, un tipo che era a capo della polizia di Fayeteville. Insomma, uno sceriffo con tanto di pistola. Sul ring avrebbe avuto bisogno dei suoi uomini per tenere a bada quella furia scatenata. A fine match aveva gli occhi gonfi e neri.”

E… Bobby, il terzo amico, lo invitava a stringere i tempi.
Amyas si asciugava le labbra con la lingua e andava avanti.
Ricordava anche cosa aveva detto Hunsaker al giornalista di un quotidiano locale, a match concluso.
“Era più veloce della luce, ho provato qualsiasi trucco conoscessi per fargli perdere l’equilibrio. Era semplicemente troppo bravo per me” 
Non avrebbe mai dimenticato quel giorno.
Finalmente, barcollando incerti sulle gambe, guadagnavano l’uscita. Ad attenderli non c’era Cassius Clay o Muhammad Ali, come si sarebbe chiamato qualche anno dopo. Lì davanti al bar era parcheggiata una macchina della polizia, pronta a salvare quei ragazzi che non sapevano resistere al piacere di bere un’altra birra dopo avere mandato giù l’ultima… L’ottava, la nona, la decima e via cantando.
Meglio una notte in cella, che una settimana (o forse più) in ospedale.

1. continua
seguiranno
30 ottobre 1974 Muhammad Ali vs George Foreman
1 ottobre 1975 Muhammad Ali vs Joe Frazier
2 ottobre 1980 Muhammad Ali vs Larry Holmes



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