Le regole? Non sono uguali per tutti, specialmente tra i pesi massimi


Il pugilato ha un rapporto difficile con le regole. Il mancato rispetto delle stesse diventa norma quando si parla di pesi massimi. Un universo in cui la regola è come la pizza. Ognuno la vorrebbe adattare ai suoi gusti, rendendo assai complicata la ricerca di quella giusta.
A novembre del 2022 il World Boxing Council ha imposto una semifinale mondiale per designare lo sfidante ufficiale di Tyson Fury, detentore del titolo. Ha perentoriamente deciso che il numero 1 della classifica, Deontay Wilder, avrebbe dovuto affrontare il numero 2, Andy Ruiz jr. 
Il vincitore si sarebbe battuto per la cintura.
Un ordine che non poteva essere discusso.
Discusso no, ignorato sì. 
Deontay Wilder infatti affronterà Anthony Joshua a inizio 2024, probabilmente a gennaio, in Arabia Saudita. 
Il WBC ha sorvolato sull’atteggiamento dell’americano. Ha accettato la decisione e fatto suo il match. Ha così annunciato, con tanto di comunicato sul suo sito ufficiale, di avere cancellato l’ordine di disputare Wilder vs Ruiz, e di stare considerano l’idea di sostituirlo con l’incontro che si disputerà in Arabia Saudita.
Sarà quella la nuova eliminatoria mondiale. In fondo combatteranno il numero 1 (Wilder) contro il numero 3 (Joshua)… 
E Ruiz jr? Si guardi pure in pace il match in televisione.
Intanto, per ingannare l’attesa, il detentore del titolo Tyson Fury affronterà Francis Ngannou, campione dell’UFC, il 28 ottobre a Riyadh in Arabia Saudita.
Una stella delle arti marziali contro un campione del mondo in carica di pugilato si affronteranno con le regole della boxe, un arbitro e tre giudici ufficiali.
E il WBC?
A domanda, il presidente Mauricio Sulaiman ha risposto.
“Le regole WBC consentono a un campione in carica di disputare un incontro senza titolo. La cintura non sarà in palio perché Ngannou non è nella nostra classifica. Il WBC ha seguito da vicino l’evoluzione di questo evento. Fury ha rispettato il suo mandato nel 2022 e da allora ha cercato di combattere per l’unificazione contro Olexsandr Usyk. Dal momento che il tentativo non si è concretizzato lo scorso dicembre, ha difeso il titolo contro Derek Chisora. Successivamente ha continuato a seguire la via della sfida contro Usyk. Il WBC ha concesso a Fury il permesso speciale per fare questo combattimento, permesso che rimarrà valido fino al momento in cui lo stesso WBC non annuncerà lo sfidante ufficiale, che in questo momento non esiste”.
Fury ha conquistato il titolo il 22 febbraio 2020 contro Deontay Wilder e lo ha difeso una prima volta contro lo stesso Wilder il 9 ottobre 2021 (nonostante il regolamento WBC vietasse le rivincite immediate).
La difesa ufficiale, a cui fa riferimento Sulaiman, è quella del 23 aprile 2022 contro Dillian Whyte, che veniva da una sconfitta e una vittoria contro Alexander Povetkin, pugile a fine carriera. Whyte era ancora campione ad interim del Consiglio. Fury lo ha distrutto, come da facile pronostico.
Cosa dire dei disperati tentativi di Tyson Fury di mettere in piedi una sfida con Usyk?
Evidentemente il presidente del WBC sa cose che il resto del mondo ignora.

Chi dice che una volta toccato il fondo non si può che risalire, non conosce il mondo. La vocazione autodistruttiva degli uomini non ha confini, per questo non mi meraviglia il fatto che molti di loro continuino a scavare.

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